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Il caso Kaufman

Autore Giovanni Grasso

Casa editrice BUR Rizzoli, 2020

Pagine 384

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Firenze Sud-Ovest

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Germania 1938: Irene, giovane studentessa tedesca, si trasferisce a Norimberga dalla città dove vive con la sua famiglia. Ha infatti ottenuto una borsa di studio per un corso di fotografia e coglie l’occasione, oltre che di seguire un suo desiderio di crescita professionale, anche di evadere in seguito a una delusione amorosa. La famiglia di Irene contatta a Norimberga un vecchio amico di famiglia, Lehmann Kaufmann, detto Leo, un ricco e stimato commerciante ebreo, vedovo e sulla soglia dei settant’anni.

Kaufmann offre l’opportunità ad Irene di affittare un appartamento vicino al suo, con grande gioia della ragazza e della sua famiglia, che lo conoscono e lo stimano da sempre.

Irene è una ragazza solare, colta e affettuosa e fra i due nasce una tenera amicizia fatta di incontri al caffè, cene e scambi culturali. Una certa attrazione fra i due nasce involontaria ma rimane tale.

Purtroppo però i tempi sono molto difficili, il nazismo ha ormai preso il sopravvento e con esso le tremende leggi razziali. Presto l’amicizia fra Leo ed Irene non sfugge alle autorità tedesche che tengono sotto stretta osservazione Kaufmann, insinuano nel vicinato dubbi e menzogne, fino ad arrivare a ipotizzare il reato di “contaminazione razziale” per una presunta relazione fra i due. Il reato è considerato uno dei più odiosi dai nazisti, perché ha come risultato di contaminare la razza ariana non solo sul momento, ma anche per le generazioni future.

Kaufman viene arrestato e saranno proprio le persone che lo stimavano e che sembravano rispettarlo e anche volergli bene a farlo condannare. Durante il processo, che è una parte molto importante e significativa del romanzo, Irene tenterà il tutto e per tutto pur di scagionarlo, e sembra pure riuscirci grazie a un giudice onesto, Gros, che non si presta alle odiose insinuazioni di chi lo accusa.

Ma i giudici del nazismo prenderanno presto il sopravvento e Kaufmann sarà condannato e ghigliottinato. Irene sconterà 4 anni di pena.

Anche dopo molti anni, negli anni 60 a Norimberga, i suoi accusatori non avranno il coraggio di riconoscere la loro cattiveria e crudeltà.

Un romanzo ispirato a un fatto vero, che non lascia indifferenti.

Le nostre riflessioni

La lettura, come previsto, ha suscitato tanti sentimenti e molto dibattito. Rabbia, dolore e reazioni forti al senso di ingiustizia e di cattiveria umana hanno dato luogo a un’intensa discussione che a malapena si è potuta ricondurre al testo e che ha preso in considerazione tanti aspetti della storia, anche recente. Il pessimismo nei confronti dell’uomo e dell’umanità è stato espresso da alcuni dei partecipanti con molto rammarico.

Il romanzo è stato giudicato ben costruito e documentato. È una lettura che, scelta per la Giornata della Memoria, fa pensare a quanto ancora sono attuali prevaricazione e ignoranza, pregiudizio, odio, sospetto, paura.

Quale sia la verità del rapporto fra Irene e Leo non è dato sapere, ma non è certo importante: quello che conta è la considerazione della società, i pregiudizi, il tessuto generale di una società che fa crescere le persone nell’odio e nell’intolleranza verso chi è fuori da un gruppo.

Oltre all’ignoranza e alla cultura dell’odio, portata avanti con una metodicità agghiacciante dal nazismo, si fa leva anche sulla fragilità di alcuni dei vicini di Kaufmann, e ignoranza e fragilità hanno come risultato un effetto terribile. Il popolo infatti lo giudica colpevole da subito, senza farsi troppi problemi su quali sono le prove, su quali diritti possa avere l’imputato.

Quando nasce una legge e la si applica, in un regime dittatoriale, sono pochi quelli che riescono a sganciarsi, a rimanere integri. Lo è il giudice Gros, lo è Irene, ma la legge della forza ha il sopravvento.

Il libro riesce purtroppo a suscitare un profondo dolore e delle considerazioni sull’umanità che non vorremmo più dover fare. Soltanto il dialogo fra il prete e Kaufmann e la figura positiva di Irene riescono a generare un po’ di conforto di fronte a fatti della storia e a un’umanità così profondamente tragica e desolante.
Tutti hanno apprezzato questa lettura ed è stato un ottimo omaggio al Giorno della Memoria.