Di questi tempi le buone notizie fanno bene al cuore, in tutti i sensi. Al negozio di Lastra a Signa, di recente, si è sentito male uno degli autisti che si occupa di consegnare la spesa a domicilio, mentre caricava la merce. Se ne sono accorti due dipendenti, Gianmarco e Lorenzo. Entrambi formati per il primo soccorso, hanno fatto le manovre giuste. Gianmarco ne parla ancora con partecipazione: «Ho visto il collega accasciarsi e aveva già un brutto colorito. Abbiamo chiamato subito i soccorsi. Poi Lorenzo ha iniziato il massaggio cardiaco e io sono andato a prendere il Dae (il defibrillatore elettronico).
Tutti i colleghi si sono messi a disposizione e, quando è arrivata l’ambulanza, la dottoressa ci ha detto che avevamo fatto la cosa giusta e il nostro collega era nelle condizioni idonee per proseguire l’intervento. È andato tutto bene. Non capita tutti giorni di salvare una vita. Per noi è stata una grande soddisfazione per come sono andate le cose e un grande orgoglio per come ha reagito tutto il personale del negozio».
Quello di Lastra a Signa è uno dei 98 punti vendita di Unicoop Firenze dove è operativa dal 2017, grazie a una convenzione siglata con la Regione Toscana, una rete salvavita che ha portato all’installazione di defibrillatori semi-automatici esterni che, in caso di arresto cardiaco, possono fare la differenza per scongiurare la morte della persona colpita. Alcuni volontari fra i dipendenti della cooperativa, dei centri commerciali e dei servizi di vigilanza esterna, sono stati via via formati per usare gli apparecchi in sicurezza. Le vittime di arresto cardiaco, in Italia, sono circa 70.000 all’anno, una ogni mille abitanti, una ogni circa 8 minuti.
Il Dae non serve solo per chi lavora nei punti vendita o per chi viene a fare la spesa: recentemente a Fiesole è stato usato anche all’esterno del supermercato, anche lì con un esito felice.
Non sempre l’intervento è efficace, purtroppo accade di non fare in tempo, a volte la sorte va in un’altra direzione, ma la consapevolezza di poter contare su uno strumento salvavita, e ancora di più su una rete di persone che sa come operare in caso di malore, non ha prezzo.
Lo sa bene Andrea, «socio dal 1994». Ha inviato una mail dall’ospedale, ancora in convalescenza: si era sentito male per un attacco cardiaco pochi giorni prima, nel negozio Unicoop Firenze di Montevarchi («quello in via Burzagli») e, appena s’è ripreso, per prima cosa ha voluto ringraziare Francesca, Iacopo, Ciro, Delia, Susi, Federica, persone della “famiglia” Coop che hanno «gestito prontamente la situazione, con professionalità e mano ferma».
Il Cuore si scioglie è il nome della Fondazione che sostiene tanti progetti solidali in Italia e nel mondo. A Lastra a Signa, a Montevarchi e a Fiesole un cuore si salva anche.
Ma le buone notizie non finiscono, e assumono anche una tinta sentimentale: Luca, nel 2007, si sentì male e svenne nel punto vendita di via Brigate Partigiane a Pontedera. Tutto a buon fine, grazie anche a Silvia, la direttrice di allora, che aiutò persino la madre di Luca a superare quel difficile momento. Recentemente Luca è rientrato dal Canada (dove si era trasferito nel 2013) per stare vicino alla madre nei suoi ultimi giorni. Ma prima di tornare nella nuova patria americana ha cercato Silvia, scrivendo alla nostra redazione, per ringraziarla ancora una volta.
E infine Adriana, una signora di 75 anni, scrive così: «Trascorro le mie vacanze in Valtiberina. Da qualche anno sono diventata socia Coop.fi. Purtroppo mio marito è malato e non ho nessuno a cui appoggiarmi. Un giorno, con il carrello stracolmo, mascherina, occhiali da vicino e da lontano, mio marito da osservare, mi sono sentita svenire per l’ansia. È arrivata in soccorso una gentile, umana, sorridente cassiera, Cinzia, che mi ha messa a mio agio. Da allora, la cerco sempre, alzo la mano per farmi riconoscere e quando esco sono contenta. La vorrei ringraziare pubblicamente». Ecco quanto conta un sorriso nei momenti di difficoltà.