Qualcuno la chiama “la vegana gentile”, e in effetti basta guardarla all’opera per qualche secondo per capire il perché. Carlotta Perego ha un sorriso dolce d’altri tempi, e un approccio inclusivo e senza fanatismi. È così che ha reso cool la cucina vegetale, come ha scritto “Vogue”. I suoi profili Cucina Botanica sui social media contano circa 1,5 milioni di follower e “Forbes Italia” l’ha inserita fra i 100 under 30 leader del futuro. «Ho cercato di parlare anche ai non vegani e vegetariani, senza giudicare nessuno», spiega lei in due parole.
Oggi l’80% di chi la segue è onnivoro, benché nelle sue ricette non ci sia traccia di ingredienti di origine animale. «Sono sempre stata convinta che questa cucina potesse essere apprezzata da tutti, perché è fatta soprattutto con ingredienti che conosciamo. Non sono forse completamente vegetali anche una comunissima pasta con i broccoli o con melanzane e pomodorini? E la ribollita, la farinata? Io mi limito a evidenziare che mangiare vegetale può essere un’alternativa “goduriosa”».
Quando lo ha scoperto?
Ero ragazzina. A mia nonna fu diagnosticato un tumore, che poi l’ha portata via in poco tempo. Iniziai a cercare i nessi tra ciò che mangiamo e la salute, e mi sono convinta sempre di più che mangiare vegetale fa meglio a noi, agli animali e all’ambiente. Ho impiegato quattro anni per eliminare del tutto gli alimenti di origine animale, senza costrizioni e fanatismi.
Non usa quasi mai la parola vegana, eppure la sua cucina lo è…
Preferisco la parola vegetale. Il termine “vegano” si porta dietro un carico di stereotipi che allontanano le persone. Se parlo di vegetali, c’è più disponibilità a sperimentare.
L’idea com’è arrivata?
Avevo frequentato negli Usa la scuola dello chef vegano Matthew Kenney, una star del settore, e dopo il corso mi è stato offerto un lavoro nella scuola, prima a Barcellona e poi a Milano. Sul più bello, però, la scuola ha chiuso. Mi sono resa conto che sui social nessuno raccontava questa cucina come qualcosa di semplice, quindi ho pensato di farlo io, con un canale YouTube. Era il 2018, avevo 25 anni. La prima ricetta è stata quella della torta carote e nocciole, buonissima, una bomba.
Non sono complicate le ricette vegane?
Ci sono anche ricette che si preparano in un quarto d’ora e, se hai voglia di uno snack, puoi usare una piadina con olio di oliva e spalmarci dell’hummus, magari già pronto.
Altri pregiudizi?
Che sia cara. Alcuni alimenti, come gli avocado o i burger già pronti, costano di più, ma anche pesce e carne di qualità pesano nel carrello. Se penso al tofu, un derivato della soia, ne basta un panetto al costo di poco più di due euro per una ricetta con le verdure. Sostituendo la carne con i legumi, che sono il modo più equilibrato per compensare le proteine di origine animale, la dieta è bilanciata e a basso costo. Io spendo la metà rispetto a quando ero onnivora.
Cosa dire a chi vorrebbe mangiare vegetale, ma ha ancora dubbi?
Che si può fare senza traumi, anche organizzativi. Non serve comprare le fave di tonka o altri alimenti esotici: si può scoprire un mondo nuovo, ricco e vario, anche al banco delle verdure del supermercato.
Cosa non dovrebbe mai mancare in una cucina vegetale?
Con i legumi si possono fare cose meravigliose: hummus, ripieni per torte salate, polpette, burger fatti in casa. E poi cereali, e non penso solo alla pasta: ci sono l’avena, l’orzo, il farro.
Cosa chiedono i follower?
Molti desiderano mangiare più sano, c’è chi chiede come convincere i propri figli a mangiare verdure, c’è chi è a dieta e cerca ricette leggere. Ma tutti vogliono provare senza sentirsi giudicati.
Qualche informazione in più su Carlotta Perego
Classe 1993, Carlotta Perego lavorava nel mondo della moda, prima di studiare cucina vegetale alla scuola Plantlab di Los Angeles. Il libro Cucina Botanica. Vegetale, facile, veloce (2021) ha venduto circa 250mila copie.