Daniele Nannucci, 19 anni, vive a Pieve Pontenano, una frazione del comune di Talla, in provincia di Arezzo, un diploma in perito elettrico e tre grandi passioni: la sua ragazza, la bici e l’ambiente.
Da circa due anni quando sale in sella alla bici Enduro per andare nei suoi boschi si arma di sacchetto e, tra un giro di ruota e l’altro, raccoglie i rifiuti che molti, senza alcun rispetto per il bene comune, hanno lasciato abbondonati. Nelle sue passeggiate, quando non è da solo, lo accompagnano gli amici, qualche volta sua sorella minore o la sua ragazza.
“Raccolgo rifiuti da qualche anno, ma l’ho fatto sempre nel mio piccolo, andavo in bici e poi nelle soste raccoglievo qualche bottiglia di vetro o di plastica. Un giorno ho voluto fare un esperimento: raccogliere tutto quello che trovavo. In soli 3 km ho raccolto 30 kg di spazzatura, tra cui 52 bottiglie di vetro, e poi vari oggetti di plastica. Sono partito con un sacchetto che tenevo nel manubrio, ma dopo un chilometro era già pieno, così sono tornato a casa e ne ho preso un altro, in più ho riempito lo zaino. Ho trascorso quel pomeriggio raccogliendo i rifiuti, anziché in bicicletta”.
Dopo quella giornata Daniele ha scritto un post di denuncia sul suo profilo Facebook, mettendo la foto di quanto raccolto, per cercare di sensibilizzare ciascuno di noi ad un maggior rispetto per il proprio territorio. Quel post ha fatto conoscere a tutti il suo impegno, ed è arrivato fino alla Comunità Europea.
“Mi hanno chiamato direttamente da Bruxelles – racconta Daniele – e mi hanno detto che erano interessati a persone che come me si preoccupano del bene comune, e danno il buon esempio con azioni concrete”.
Così lo scorso 20 aprile, nella sala del consiglio comunale di Talla, Claudia Guerrini, funzionaria dell’unità che gestisce il programma per l’ambiente dell’Unione Europea “Life”, insieme al sindaco Eleonora Ducci, hanno consegnato al giovane diciannovenne come riconoscimento la bandiera dell’Europa con la scritta “Life”. Anche la Fiab Arezzo Amici della bici ha premiato l’impegno del Nannucci con una tessera socio ad honorem.
“Ciò che ho fatto è considerato straordinario, ma per me è ciò che ciascuno di noi dovrebbe fare. – commenta Daniele – Molti pensano che non avendo buttato i rifiuti non sia loro dovere ripulire, ma questi oggetti restano dispersi nell’ambiente, che è di tutti, quindi la responsabilità è anche nostra. Non importa fare grandi gesti, basterebbe che ciascuno di noi raccogliesse lo sporco che trova, anche una semplice carta lasciata a terra, o bottiglia, o lattina. Come prima regola certo non si devono abbandonare i rifiuti”.
E una volta a casa cosa fai con quanto raccolto?
“Apro i sacchetti e differenzio i rifiuti dividendo il vetro dalla plastica, le lattine, la carta. I rifiuti più ingombranti li lascio lungo la strada e poi torno a prenderli con la macchina. Una volta riportati a casa, chiamo il numero verde per farli portare via e smaltire correttamente”.
Quale tipo di rifiuto hai trovato nelle tue escursioni nel bosco?
“Bottiglie di vetro e pezzi di plastica. Ho tolto anche un lavandino, un forno, trovo gomme di auto e anche bombole del gas. Le persone gettano i rifiuti senza alcun interesse per il proprio territorio. Io pulisco, poi ritrovo sporco e cartacce”.
Tra le ultime iniziative, la pulizia di 20-30 metri di bosco ridotto a discarica, in compagnia dei suoi amici. Due pomeriggi di lavoro e circa un quintale di rifiuti raccolti. Con loro ha aperto anche un profilo Instagram (Ri-ciclisti @riciclisti) per raccontare le loro azioni di pulizia. Con il Comune di Talla sta organizzando una “eco – camminata”, una giornata di pulizia per sensibilizzare la sua comunità all’importanza di una maggiore attenzione e rispetto del territorio. In cantiere, questa volta con la complicità della sua ragazza, anche un progetto fotografico di sensibilizzazione alle tematiche ambientali.
A chi disperde i rifiuti nel bosco, o vede lo sporco e non se ne cura, cosa diresti?
“Direi loro di aver cura e rispetto dei propri luoghi. A quelli come me che vanno in bici direi che è grazie alla natura che possono seguire la loro passione e quindi è nostro dovere ricambiarle il favore, rispettandola. Mi rivolgo soprattutto ai miei coetanei perché abbiamo davanti più tempo da passare nel nostro Pianeta e quindi dobbiamo aver cura dell’ambiente, per noi stessi e anche un domani per i nostri figli”.