Trama
Nel 1939, allo scoppio del secondo conflitto mondiale, nel timore dei bombardamenti tedeschi, il governo inglese decide di evacuare migliaia di bambini dalle città e di ospitarli in campagna presso le famiglie offertesi di accoglierli.
Uno di questi bambini, Willie Beech, trova alloggio presso Tom Oakley, un uomo di mezza età che vive solo dopo la morte della moglie nel villaggio di Little Weirwold. Il bambino è chiaramente traumatizzato: si spaventa per un nonnulla, bagna il letto tutte le notti e ha il corpo ricoperto di lividi e cicatrici.
Con il tempo, le attenzioni costanti e l’affetto del signor Oakley consentono a Willie di riacquistare stabilità e serenità emotiva, nonché di inserirsi felicemente a scuola e stringere legami di amicizia con i bambini del villaggio. L’incanto della nuova vita si infrange quando la madre di Willie vuole riavere con sé il figlio, e il bambino è costretto a tornare a Londra. Tom, inquieto per la mancanza di notizie, decide di andare in città per sincerarsi delle condizioni del bambino. Dopo una serie di peripezie lo ritrova, ma fa una terribile scoperta…
La citazione degna di nota
Non aveva più quel suo cipiglio perenne. Le rughe intorno agli occhi si erano distese. Dietro la scorza burbera c’era un uomo gentile, e se non fosse stato per l’arrivo di quel ragazzino apparentemente insulso nessuno lo avrebbe mai scoperto.
Le nostre riflessioni
Sin dalle prime pagine si percepisce che il libro è rivolto ad un pubblico giovanile e, nonostante presenti molte descrizioni e uno stile Dickensiano, per la maggior parte di noi è stato di difficile lettura.
Le vicende narrate si svolgono all’inizio degli anni ‘40, in una Londra assediata dai bombardamenti, ma il contesto storico non è molto dettagliato e presenta alcune ombre.
Molto bella è la contrapposizione dei personaggi principali, poiché da una parte abbiamo la madre del bambino, una persona estremamente credente nella sua religione che pensa che tutto sia peccato, e dall’altra abbiamo Tom Oakley, un personaggio molto empatico, con un passato turbolento, che alla fine riceve una gratificazione per tutti i sacrifici che ha dovuto fare nella sua vita.
A nostro parere, tramite le descrizioni di due caratteri completamente opposti si dimostra che il vero amore non è vincolato da legami di sangue: infatti, la madre non ama per niente suo figlio e pensa solo a se stessa, mentre Tom ama molto il bambino, poiché la sua solitudine viene riempita dalla sua presenza, facendo in modo tale che i due si salvino a vicenda.
Sicuramente il messaggio che l’autrice vuole comunicare è che le ferite profonde che ognuno di noi prova possono essere superate dall’amore, dall’amicizia e dalla fiducia.
Lo consigliamo a...
Agli adolescenti ma anche agli adulti.
A chi vuole confrontarsi con argomenti complessi e delicati.
A chi cerca un Classico diverso.
Le parole chiave del libro
Religione
famiglia
passato
guerra
speranza