Trama
Nella vigilia di Natale del 1617 a Vardø, una tempesta improvvisa sorprende e uccide quaranta uomini intenti a pescare al largo del gelido Mare di Barents. Le loro madri, mogli e figlie, uniche abitanti rimaste, non si lasciano abbattere, e iniziano ad occuparsi loro stesse della pesca, aspettando che il terreno disgeli per poter seppellire i loro morti. La loro vita prende quindi una direzione “nuova”, fino a che non viene mandato a vivere in mezzo a loro il sovrintendente Cornet, uomo responsabile di aver precedentemente inviato al rogo diverse donne accusate di stregoneria…
I personaggi
Abbiamo amato molto Ursula, una donna che lascia emergere piano piano la propria forza e il proprio coraggio, e abbiamo trovato commovente l’aiuto che Maren da subito le offre, al suo arrivo a Vardø.
Diinna, invece, con la sua appartenenza al popolo Sami (anche chiamato “lappone” in termini dispregiativi) ci dà un assaggio di tradizioni e riti magici legati ad una minoranza che è stata a lungo oppressa e non potremo dimenticare il loro «intessere il vento» o premere un pollice sulla fronte di qualcuno che sta partendo, che serve a tendere un filo per riportarlo a casa.
La citazione degna di nota
“Comincia a immaginare che Vardø potrebbe andare avanti così per sempre: un posto senza uomini, che pure sopravvive. Il freddo sta mollando la presa, e di conseguenza i cadaveri si ammorbidiscono. Quando il disgelo avrà raggiunto le radici, seppelliranno i loro morti e forse una parte dei contrasti verrà seppellita con loro”
“Ricordo i tempi in cui le rune davano conforto. È una lingua Maren. Il fatto che tu non la sappia parlare non la rende demoniaca”
“Erik ha bisogno di aria, di alberi, di persone che non lo guardino come qualcosa di rotto, di malfatto”
“La presenza di Maren è inutile quanto una vela strappata. Credeva che in quel mare non potesse succedere niente di peggio, credeva che niente potesse rivaleggiare con la malvagità della burrasca. Ma adesso sa che è follia credere che il male sia solo là fuori. Era qui, in mezzo a loro, camminava su due gambe, emetteva condanne con lingua umana”
Le nostre riflessioni
Questo è un libro molto coinvolgente, fa soffrire, e provare grande rabbia, sembra quasi di percepire quel clima gelido e glaciale così presente durante tutto l’arco della storia.
È una storia che porta a chiedersi: perché le donne fanno così paura? E perché le minoranze da sempre vengono oppresse? Ci troviamo di fronte ad un racconto da cui ci risulta difficile prendere le distanze per contestualizzare il periodo storico in cui la vicenda avviene. Quello che salta agli occhi è il potere violento che maschi adulti esercitano contro delle donne, potere che concede loro di far bruciare quelle stesse donne, vittime di un odio ingiustificato.
Altre due questioni hanno acceso molto il nostro confronto: quella relativa al potere che le religioni esercitano sulle culture, e quello della presenza di una natura così ostile e terribile, descritta in modo emozionale e poetico.
Lo consigliamo a...
A tutte le persone che amano approfondire temi storici.
Alle giovani donne, a chi è curiosa o curioso di capire come gli esseri umani siano riusciti a vivere in ambienti estremi.
Alle persone che amano la natura.
A chi ha visto il film Sami Blood.
Le parole chiave del libro
Ambiente estremo
caccia alle streghe
donne
forza
Norvegia
potere
terrore