Pochi si immaginano che l’Italia sia un punto di riferimento indiscusso a livello internazionale di un’industria creativa tra le più produttive e in costante crescita. Parliamo forse della moda? No, parliamo dell’editoria per bambini e ragazzi! La nostra Bologna Children’s Book Fair, come ci spiega la sua direttrice Elena Pasoli, è capofila di una fitta rete di relazioni che va da New York a Shangai e ogni anno, a marzo/aprile, è l’evento in cui si danno appuntamento editori da tutto il mondo.
Le cose non accadono per caso e una manifestazione come la Bologna Children’s Book Fair nasce in una città impegnata con un patto per il libro e la lettura e in un territorio particolarmente attento ai temi dell’educazione. La Bologna Children’s Book Fair si differenzia da altre manifestazioni (per esempio il Salone del Libro di Torino) perché non è un evento rivolto al pubblico dei lettori, ma bensì riservato agli addetti ai lavori. È l’appuntamento dell’anno in cui gli editori “costruiscono” i loro lbri: si incontrano, si scambiano i diritti, magari fanno nascere coproduzioni.
Quest’anno la fiera era in programma dal 30 marzo al 2 aprile 2020, ma il Covid, come sappiamo, ha scombinato tutti i piani…
L’edizione 2020 della fiera è stata inizialmente rimandata, poi del tutto annullata. Su quali temi si sarebbe concentrata?
Nel centenario della sua nascita, l’ospite d’onore di quest’anno sarebbe stato ovviamente Gianni Rodari, con tantissime iniziative ed eventi legati alla sua opera.
L’altro tema di questa edizione riguardava invece una categoria speciale nell’ambito del Bologna Ragazzi Award (un premio che da 50 anni seleziona i migliori progetti editoriali per le varie fasce di età): i libri sul cinema. Si tratta di un settore di nicchia, ma che vede una produzione in ampia crescita e di altissima qualità, con immagini ed effetti sorprendenti, come se gli editori facessero a gara per superare se stessi! Questo premio speciale è stato pensato in collaborazione con la Cineteca di Bologna, una delle più importanti nel mondo (gestisce per esempio tutto l’archivio di Charlie Chaplin).
Entrambi i temi, anche se alcune iniziative sono state quest’anno realizzate online, resteranno al centro dell’edizione 2021 della fiera.
Come è stata riprogrammata la Fiera a seguito dell’emergenza Coronavirus?
Eravamo tra le prime manifestazioni in calendario quando è scoppiata la pandemia e quindi siamo stati tra i primi a interrogarci su un modo alternativo per realizzarla e a sperimentare in questo senso. Fortunatamente l’esperimento ha avuto successo e siamo stati orgogliosi di fare da apripista per gli altri grandi eventi che, come noi, hanno poi dovuto affrontare le stesse difficoltà.
Il primo obiettivo è stato quello di supportare gli editori nella loro attività “business”. Dato che non era possibile per i nostri espositori (sono 1500 da quasi 90 paesi diversi!) incontrarsi per costruire i progetti e programmare il lavoro per l’anno successivo, abbiamo creato e messo online una piattaforma per lo scambio di diritti. Realizzata in tempi record grazie alla partnership con una grande azienda americana che aveva già realizzato piattaforme analoghe, è la prima nel mondo dedicata in modo specifico all’editoria per ragazzi e sarà uno strumento che useremo sempre da ora in poi.
Abbiamo poi lavorato sulle altre “cose imperdibili” della fiera. Dal 4 al 7 maggio abbiamo riprogrammato online alcuni eventi, come un convegno internazionale e i nostri tradizionali premi, con l’annuncio dei vincitori nelle varie categorie. Abbiamo anticipato il lancio di un magazine online (un blog) che avevamo in cantiere. E soprattutto abbiamo lavorato sulla piattaforma BCBF Galeries, ancora accessibile sul nostro sito, un museo virtuale nato per ospitare le nostre mostre, tra cui l’International Award for Illustration che ogni anno seleziona 80 illustratori e, dopo Bologna, viaggia per il mondo, dal Giappone all’America Latina, e Un universo di storie, una “chicca” di quest’anno: una mostra di libri sul libro. Iniziative innovative, di cui ha parlato ampiamente anche la stampa internazionale di settore.
Offline e online continueranno a dialogare anche nelle prossime edizioni?
Senz’altro sarà così. Già da tempo stavamo lavorando per portare online alcuni contenuti della fiera, perché volevamo che una manifestazione così ricca di incontri, mostre, presentazioni non si esaurisse in quattro giorni, ma potesse vivere 365 giorni all’anno e fosse accessibile anche al grande pubblico, alle famiglie e alle scuole. Lo stesso vale per la piattaforma di scambio di diritti: resterà uno strumento di lavoro per gli editori, da usare tutto l’anno.
L’emergenza Covid è stata più una crisi o un’opportunità per l’editoria in generale?
Non è possibile negare le difficoltà della situazione che stiamo vivendo (e che non sappiamo se e quando si risolverà del tutto). Ma la pandemia ci sta insegnando molto e io vedo negli editori grande energia e voglia di essere proattivi. Molti stanno cogliendo l’occasione per interrogarsi su alcuni aspetti del sistema editoriale e per ripensarlo in parte. Molti si stanno aprendo al digitale, molti dichiarano di voler essere più selettivi: pubblicare meno, dedicando maggiore attenzione alla qualità del singoli progetti e del proprio catalogo. Tanti aspetti che senz’altro fanno del momento presente un momento di passaggio e di evoluzione.
( a cura di Mira!)