Un veterinario dal cuore grande mette in guardia chi ha scelto un animale come compagno di vita
Oscar Grazioli è uno di quei rari casi di uomini di scienza dotati anche di grande capacità divulgativa. Come spesso accade, l’amore per gli animali ha origini lontane: «Fin da bambino la mia casa, con qualche lecito sconcerto dei miei genitori, era una sorta di lazzaretto dove trovavano cure e conforto le più varie specie di animali feriti, caduti dal nido o abbandonati. Non potevo lasciarli al loro destino senza tentare di curarli. In questo caso si può proprio dire che la mia strada era già segnata quando portavo i calzoncini corti».
I No che aiutano i nostri animali è il libro più recente di Oscar Grazioli ed è frutto di un caso: «Proprio così. Mentre leggevo report scientifici, mi incuriosì il fatto che un unguento molto usato in campo umano era altrettanto gradito dai gatti, ma bastavano poche leccate per mandarli all’altro mondo. Non lo sapevo, come lo ignoravano decine di colleghi che ho sentito. Mi sono chiesto allora quanti pericoli per i nostri beniamini si possono trovare in un’abitazione e nelle sue immediate adiacenze (cortili, giardini, cantine ecc.): ho trovato una miniera di minacce, anche molto gravi, che possono danneggiare cani e gatti. Pochi sanno che il giglio, il fiore della purezza, è letale per il gatto, mentre molti pensano che la Stella di Natale sia pericolosa per cani e gatti, invece non è assolutamente vero. È nota la tossicità del cioccolato per i cani, ma pochi sanno che le cipolle sono pericolose per i gatti. Così, dopo un’indagine minuziosa e certosina, ho cercato di evidenziare quello che la consultazione di internet rende o inattendibile o molto fumosa, cioè i veri rischi cui vanno incontro i nostri quattro zampe in ambito domestico».
Naturalmente Grazioli non si è messo a fare un freddo catalogo di pericoli, perché il suo stile è narrare storie e aneddoti con umorismo e ironia. Come quello che gli capitò appena laureato: «Una notte mi chiamò d’urgenza un giovane, perché il suo gatto stava male, in una zona non proprio chic della città. Arrivai fra questi casermoni di edilizia popolare (noti in città come “il Bronx”) e mi ritrovai in un appartamento con tre ragazzi e un gatto che aveva ingoiato un piccolo malloppo di marijuana, mentre sui tavoli c’era parecchia “erba”. Alla fine della visita (niente di grave per il gatto), i tre volevano assolutamente pagare la parcella, ma non avendo soldi mi offrirono un pagamento in natura: hascisc, marijuana o compresse di chissà cosa. Me la cavai dicendo che mi avrebbero saldato il giorno dopo, al mio ritorno per controllare il gatto. Naturalmente mi guardai bene dal farlo, anche perché il micio, passate poche ore, sarebbe tornato quello di prima».
Il primo errore da evitare è quello di adottare un compagno di vita facendosi influenzare dalla pubblicità, dall’estetica o, peggio ancora, dalle insistenze del bambino, che non vuole altro che un gioco di cui si stancherà dopo tre giorni.
«Se poi avete ben meditato e preso una decisione definitiva – raccomanda Grazioli -, prima di acquistare l’animale o andare in un rifugio per adottarlo, consultatevi con un esperto. Saprà darvi mille preziosi consigli che vi eviteranno errori clamorosi. Ho visto anziani pantofolai prendere un Beagle, innamorati di Snoopy e della bellezza di questa razza, rovinandosi la vita perché si tratta di cani con un’energia esplosiva che fa a pugni con divani, poltrone, birra e pop corn».