“Quella mattina Federico stava andando a lavorare in bici, quando una macchina gli ha tagliato la strada prendendolo in pieno. È entrato in coma praticamente all’impatto. Poi l’elisoccorso lo ha portato all’ospedale di Firenze dove è stato stabilizzato.” A raccontare questa storia è Massimo Fagioli, il padre di Federico e presidente della fondazione Fagioli, che è una delle realtà protagoniste della campagna di crowdfunding di Pensati con il Cuore 2018.
La storia di Federico
Federico Fagioli era un ragazzo sportivo e molto allegro. Si stava allenando per il triathlon. Ma una mattina di luglio del 2010 a Compiobbi, un paese tra Pontassieve e Firenze, ci fu questo terribile incidente. E purtroppo fu solo l’inizio di un percorso doloroso ma non privo di speranza.
“A Careggi venne stabilizzato per la lesione spinale e il trauma cranico” racconta Massimo in maniera semplice ma diretta “ci dissero che dovevamo prendere in considerazione non solo grosse difficoltà future ma, viste le sue condizioni, anche la morte nel giro di pochi giorni.” Questa situazione spinse Massimo a cercare un altro parere. Trovò il professore austriaco Leopold Saltuari di Innsbruck.
“Quello che conta in un uomo è il cervello, così ci disse il professor Saltuari” continua Massimo “arrivò a Firenze a 20 giorni dall’incidente e ci spiegò che se riuscivamo a portarlo da lui sarebbe stato stabilizzato e avrebbe avuto una vita sociale ma con un aiuto al 100%.”
Dopo le dimissioni da Firenze e una parentesi infelice in un istituto di Imola, Federico approda in Austria. Tra le montagne, ci vuole un anno e mezzo di terapie ma cambia tutto
“Oggi Federico ha una vita sociale: fa fisioterapia, cena con gli amici e per tutto il resto” spiega Massimo “ha sempre bisogno di aiuto al 100% e di ausili: macchine attrezzate, strumenti e una persona sempre presente.”
La fondazione Fagioli onlus
“Sull’onda emotiva di quello che era successo a Federico, la famiglia e gli amici della famiglia decisero a maggio del 2013 di dare vita ad una fondazione” spiega Moreno Tozzi, vice presidente della fondazione Fagioli “il nostro obiettivo è semplice: rendere la vita meno complicata alle persone che si trovano in difficoltà in seguito ad incidenti traumi stradali e sportivi fino al trentesimo anno di età.”
Il primo progetto della fondazione è stata la raccolta fondi per una macchina attrezzata con piattaforma mobile e agganci interni per consentire il trasporto di persone in condizioni disabilità.
“Se una persona paraplegica o tetraplegica vuole prendere una pizza o andare al cinema? Non può farlo solo perché non ha la macchina? Non sarebbe giusto” specifica Massimo.
Per raccogliere la somma necessaria hanno mobilitato tutto il territorio, che ha risposto con entusiasmo: le associazioni come Arci, Mcl, Croce Azzurra hanno portato molte donazioni. Ma si sono mossi anche eventi locali come il Toscanello, una rassegna enogastronomica che si tiene a Pontassieve, il Live in Sieve, una kermesse di eventi culturali nella Valdisieve, e aziende come Ruffino e Salumificio Gerini. (le teniamo?)
E qui è entrata in gioco anche la sezione soci Unicoop Firenze della Valdisieve.
“La sezione soci, appena saputo del progetto, ha scelto di aiutarci nel diffonderlo e nel realizzarlo” spiega Moreno “ci sono sempre di supporto quando organizziamo le nostre cene di finanziamento e ci danno dei buoni per acquistare il necessario”.
Questa macchina attrezzata adesso è attiva su tutto il territorio di Pontassieve e paesi limitrofi. E tutti non solo la vedono passare durante il suo lavoro ma anche in tante altre occasioni.
“Abbiamo voluto portare la macchina nelle sedi delle associazioni e agli eventi che ne hanno finanziato l’acquisto” spiega Moreno “abbiamo voluto far vedere a tutti come sono state utilizzate le loro donazioni.”
Un aiuto sempre pronto
Un altro dei compiti che la fondazione Fagioli si è dato è quello di aiutare, economicamente e attraverso diversi consigli, i giovani vittime di incidenti simili a quello di Federico e le loro famiglie.
I primi sei mesi dopo il trauma sono fondamentali
“Mi chiamano da tutta Italia per sapere cosa fare” racconta Massimo “anche solo per sapere dove portare la persona che ha subito il trauma.”
Infatti i primi sei mesi sono fondamentali per il recupero di un trauma cranico o spinale, come spiega Massimo:“Sapere dove portare una persona che ha subito il trauma non è per niente banale: se si perde tempo dove non curano, si fanno danni seri. La fondazione dà messaggi su dove portare un trauma cranico mieloleso nelle strutture più idonee, generalmente all’estero: Austria, Svizzera o America. Il maggior recupero avviene nei primi sei mesi quindi la scelta di una struttura andrà poi ad influire nel futuro.”
E anche economicamente sono sempre pronti a mettersi in moto.
“Il fratello di un ragazzo che aveva subito un trauma ci chiese aiuto economico per essere curato in Austria.” spiega Massimo. E la fondazione incominciò a raccogliere fondi per contribuire alle spese. La colletta andò bene “ma purtroppo, ad un mese dalla fine della raccolta, questa persona non ce l’ha fatta.”
Una piscina accessibile a tutti
Uno dei ragazzi seguito dalla fondazione Fagioli si è trovato diverse volte in una situazione spiacevole: va a fare fisioterapia in acqua in una piscina vicino casa sua, che non è dotata di uno spogliatoio per persone disabili. Quindi per mettergli il costume lo devono svestire completamente in un corridoio della piscina, dove tutti possono passare.
“Per lui non è un problema” racconta Massimo Fagioli “perché si adatterebbe a qualsiasi cosa pure di fare piscina, ma non è giusto.” Da qui nasce la necessità e l’idea di Piscina Accessibile, il primo progetto di Pensati con il Cuore che mette insieme addirittura tre comuni: Pontassieve, Pelago e Rufina.
Questo progetto, che verrà sostenuto con i fondi raccolti nella campagna di crowdfunding di Pensati con il Cuore, amplierà gli spazi della Piscina Comunale di Pontassieve. Ma non solo: infatti è compreso l’acquisto di ausili ad alta tecnologia per accogliere, nella maniera migliore, persone con disabilità grave e gravissima. Un passo importante che renderà questa struttura, già accessibile rispetto a forme di disabilità più lievi, un luogo all’avanguardia per tutto il territorio limitrofo.
Con il futuro sostegno istituzionale, verrà costruita una nuova ala della piscina con spogliatoi, servizi igienici e spazi appositamente progettati per spogliare qualcuno che non si può muovere.
“Una persona con disabilità grave o gravissima non ha una mobilità autonoma” illustra Massimo “quindi si ha bisogno di doverlo girare, alzare e via dicendo.” Questo è un bello sforzo per una persona da sola, che ha bisogno delle giuste attrezzature.
In Piscina Accessibile sono inclusi l’acquisto di lettini bobath, fatti appositamente per queste necessità, le comode, cioè le sedie utilizzate per portare le persone con disabilità dagli spogliatoi fino alla piscina. Lì troveranno il sollevatore con il bilancino che li porterà direttamente nell’acqua.
“Tutte queste attrezzature hanno dei costi altissimi” racconta Moreno “serviranno non solo Pontassieve, ma tutti i comuni limitrofi. Altrimenti si deve andare a Firenze per fare qualsiasi tipo di fisioterapia.”
Inoltre c’è un altro grande vantaggio di quest’idea: per fare la fisioterapia ci vuole l’acqua a 34 grandi. Quest’acqua potrà essere usata anche da tutte le persone che non hanno questi gravi danni, ma hanno solo bisogno di riabilitazioni più semplici. “Questo progetto non è circoscritto alla grave disabilità, ma è per tutto il territorio” spiega Massimo.
Ma non finisce qui
La Fondazione non vuole fermarsi dopo la costruzione dello spogliatoio e la messa in moto dell’attrezzatura. Dopo la realizzazione di questo progetto vuole trovare, insieme a chi gestisce la piscina e i suoi utenti, le fasce orarie più adatte per l’acqua termale e dare un aiuto con la formazione del personale.
“Un fisioterapista normale non può entrare in acqua e lavorare” racconta Massimo “deve avere un brevetto specifico per fare fisioterapia in acqua. Quindi andrà fatta una formazione specifica che potrà essere finanziata dalla fondazione.”
Inoltre per il futuro vogliono organizzare una rete di associazioni e persone per sfruttare al massimo l’acqua termale della piscina. Tutti potranno goderne!
Un progetto di succeso
È questo l’obiettivo della campagna di crowdfunding su Eppela, che è stato possibile sostenere fino al 19 ottobre 2018.
Le ricompense per il contributo sono state pratiche e piacevoli: un lapis, un cappellino o una t-shirt con il logo della fondazione Fagioli oppure, per i più generosi, una degustazione di vini alla panineria dei 5 sensi a Pontassieve.
La strada, dice sempre Massimo, è in salita. Ma forse questa nuova piscina può essere un primo passo per cambiare vita.
Ha collaborato all’articolo Francesco Ricceri