Gelato che gusto? Quando e quanto? Come pasto o a merenda? E, poi gelato o sorbetto? Mille le domande e le varianti e una passione che accomuna tanti: si chiama gelato e, dopo il lockdown, ha rappresentato l’occasione per mettere il naso fuori casa e concedersi un lusso che sa di primavera e di un tempo nuovo. Nuovo ma antico, perché la produzione del gelato ha oltre 500 anni di storia: le prime notizie risalgono alla metà del XVI secolo, nella corte medicea di Firenze, dove si consumavano sorbetti e cremolati nell’ambito di feste e banchetti.
Il vero successo arriva prima con l’esportazione in Francia e poi con il debutto ufficiale in terra americana. La prima gelateria, aperta a New York dall’imprenditore genovese Giovanni Bosio, è datata 1770 e, da allora, la corsa del gelato non si è più fermata. Secondo le stime, i consumi di gelato degli italiani superano i sei chili a testa all’anno in Italia. E se la tentazione è sempre dietro l’angolo, la nutrizionista Emma Balsimelli ci ricorda qualche regola per arrivare in forma alla prova costume.
Quali gli ingredienti base del gelato?
Tradizionalmente, col termine gelato indichiamo quello fatto da latte e panna freschi, diversi zuccheri, uova, anche se oggi si preferisce farne a meno per una questione di leggerezza e di intolleranza, caratterizzati, poi, dai gusti che si preferiscono:nocciola, cioccolato, pistacchio, mandorla o frutta.
Cosa contiene invece il sorbetto?
Con il termine sorbetto indichiamo una preparazione fatta con la frutta, realizzata solo con acqua e zucchero, senza latte, panna o altri grassi.
Gelato e sorbetto: quali le differenze?
Se si utilizzano materie di qualità, un gelato alle creme è un prodotto ricco di proprietà nutrizionali nobili, con un apporto di calorie di poco più di 180/200, per circa 100 gr di gelato al fiordilatte o stracciatella, per salire con i gusti alla frutta secca e al cioccolato. Una porzione di sorbetto di frutta apporta vitamine ma con solo 120 150 calorie a porzione.
Pranzare con un gelato: si può fare?
In un regime alimentare nel complesso vario, si può fare una o due volte alla settimana, non di più, per non esagerare con gli zuccheri. Occorre anche tenere d’occhio le dimensioni, i gusti e consumarlo al posto del pasto tradizionale e non in aggiunta.
Per saziarsi più a lungo, con cosa accompagnare il gelato?
L’ideale sarebbe consumare una piccola insalata con verdure crude e un filo d’olio, per aggiungere un po’ di fibre e ritardare i morsi della fame dopo poche ore. Un piatto ideale è infatti quello che contiene per metà frutta e verdura, per un quarto carboidrati, e per un quarto proteine.
Come scegliere i gusti per restare in forma?
Il consiglio è quello di abbinare un gusto alla frutta con uno alla crema: il gusto alla frutta garantisce una buona quantità di zuccheri semplici, una piccola componente di fibre vegetali e altri elementi naturali di qualità, come per esempio la farina di carrube. Con il gusto alla crema si assumono anche proteine e grassi e si riduce il carico glicemico.
Quali le regole per riconoscere un buon gelato?
A grandi linee, potremmo individuare quattro elementi fondamentali: colore, consistenza, odore e sapore. No ai colori troppo accesi, a prodotti troppo lucidi o troppo opachi che indicano eccessivo contenuto di grassi o un prodotto ormai vecchio. È un buon segno se, nonostante il freddo, si avverta del gelato un buon odore, mentre non è indice di qualità sono presenti cristalli di ghiaccio o se il gelato è eccessivamente soffice o pannoso. Quanto alla consistenza,deve essere cremoso, né troppo grasso, né troppo acquoso: se non si scioglie, potrebbe contenere additivi mentre se si scioglie troppo rapidamente, vuol dire che non c’è un buon bilanciamento dei diversi ingredienti.