Per il Paese Italia è il momento di costruire un nuovo modello, in cui i pilastri hanno fondamenta antiche: il benessere, la coesione sociale e la solidarietà, il lavoro, la scuola, l’ambiente e la cultura; solo con questi ingredienti possiamo immaginare una vita in equilibrio, rinnovata all’insegna del rispetto, è questa la parola chiave e il filo rosso che deve guidare tutti noi e chi è al vertice, consapevoli che questa emergenza è anche una grande opportunità per rinascere diversi e migliori.
Uscire dalla crisi, riprendere in mano la vita, il lavoro e l’economia, non significa riprodurre il passato, con tutte le carenze messe in luce dalla stessa pandemia. Significa, invece, intraprendere una rigenerazione e trovare lo spazio per affermare nuovi criteri di qualità della vita.
Il progetto di rinascita prosegue su molti e diversi tavoli, rispetto ai quali risulta strategica la Cabina di regia “Benessere Italia“, l’organo di supporto tecnico-scientifico al Presidente del Consiglio nelle politiche del benessere e della qualità della vita dei cittadini. La Cabina di Regia è nata nel 2019 con l’obiettivo e la missione di sviluppare programmi e politiche per il benessere del Paese: coordina le attività dei Ministeri, assiste le Regioni, le Province autonome e gli Enti locali al fine di promuovere buone pratiche sul territorio ed elaborare metodologie e linee guida per la rilevazione e la misurazione degli indicatori della qualità della vita.
Se, grazie a questo lavoro di squadra, il benessere sarà al centro delle politiche, allora avremo un Paese meno fragile e più resiliente. Quando le persone vivono una vita sana, in un ambiente non inquinato, in abitazioni sicure e protette, dentro a un quadro di equità e coesione sociale, allora il benessere è realizzato. La Cabina di regia lavorava già in questa direzione e, oggi, è ancora più impegnata con tutti gli attori del Paese per un rilancio serio dell’Italia. Per farlo, dobbiamo partire dai numeri: non solo quelli economici e finanziari, né solo i numeri della pandemia che hanno tristemente scandito questi mesi. Occorre, invece, dare ascolto ai numeri della statistica, della scienza, degli indicatori che misurano il benessere e danno agli amministratori e ai politici una cornice entro cui muoversi.
Vorrei chiudere con un pensiero per le tante persone che hanno sofferto e che abbiamo perso in questa epidemia. Molti di loro erano anziani: con la loro scomparsa, se ne va anche parte di quella generazione che ha lottato per costruire il Paese e che ci ha consentito di studiare, di arrivare a quello che siamo oggi. Anche per loro dobbiamo continuare a lottare: per ridare un volto amabile e vivo a questo Paese. Per noi e per le generazioni che verranno.