Natale, interno casa. Albero illuminato, musica natalizia in sottofondo e il momento magico di scartare i regali si avvicina. I bambini sono in fibrillazione da giorni, mentre nella mente dei genitori martella il dubbio: «Avremo scelto il regalo giusto? Delle innumerevoli, e a tratti confuse, indicazioni contenute nella letterina a Babbo Natale, avremo scelto l’oggetto che fa per lei o per lui? Quello che l’aiuta a crescere divertendosi?».
Per venire incontro ai dubbi dei genitori, abbiamo chiesto qualche consiglio al professor Gianfranco Staccioli dell’Università di Firenze, scrittore e pedagogista.
Quali sono gli errori più comuni quando si compra un giocattolo?
Sicuramente lasciarsi andare alle mode e alla pressione sociale od orientarsi verso oggetti che piacciono ai genitori. Alle prese con la scelta del giocattolo da mettere sotto l’albero, mamma e babbo spesso mirano a un giocattolo che renda il bambino più sveglio, mentre quello che conta è la dimensione ludica.
Quindi il giocattolo giusto è quello che…
Ci sono tante tipologie di giocattolo giusto, che variano a seconda dell’età del bambino e delle sue passioni. È importante che il gioco sia adatto all’età – ad esempio, i tablet lasciamoli ai bambini che almeno abbiano iniziato le elementari – e multifattoriale, cioè consenta di mettere in campo abilità diverse, ad esempio le competenze linguistiche, motorie, relazionali, e non è necessario che sia per forza complesso o “appariscente”.
Faccio un esempio: giocare con una palla o con le biglie, nonostante siano oggetti basilari, offre decine di opportunità diverse. Con una palla puoi giocare da solo o con gli altri, ci puoi fare un gioco semplice o organizzare un campionato, se sei abile puoi farla volteggiare su un solo dito e guardare chi resiste di più. Inoltre, è importante che la scelta veda il bambino partecipe, così apprezzerà di più il giocattolo richiesto.
Andiamo sul concreto e facciamo qualche esempio: le costruzioni?
Le costruzioni permettono al bambino di immaginare e inventare. Passano attraverso le mani, che costruiscono quello che dice la testa. Il bambino che con i mattoncini o i legnetti cerca di fare qualcosa che si immagina nella sua mente ha un coinvolgimento emotivo, oltre che motorio. I più piccoli poi amano costruire e decostruire, fanno una torre e la buttano giù, perché nelle costruzioni quello che importa è il processo, l’impegno, la progettualità emotiva.
Se osserviamo un bambino che gioca con le costruzioni, sentiamo che racconta quello che sta succedendo, che dice frasi come «ora faccio questo, poi succede quest’altro…» e così sperimenta anche la narrazione di quello che mette in scena. Infine, con le costruzioni si può giocare anche insieme, magari in due o tre, dandosi l’obiettivo di realizzare una città. Questo permette ai piccoli di imparare a collaborare e raggiungere insieme un obiettivo.
Altro esempio: i giochi di far finta…
Ci sono tante varietà di giochi di far finta e i bambini sono portati a ricostruire quello che vedono fare ai grandi. Rientrano in questo ambito anche i giochi con il vestiario. Il gioco simbolico per i bambini è importante, ma, come insegnano le teorie montessoriane, va trovato il giusto compromesso fra realtà e finzione.
Funziona meglio se il mondo con cui invitiamo i nostri figli a giocare non è troppo finto: la finzione dovrebbe comprendere elementi di realtà. Ad esempio: cucina-giocattolo con frutta vera, senza le mele di plastica ma con l’arancia da provare a spremere. Sul far finta è importante che i bambini, superata la fase del gioco con gli oggetti “come i grandi”, nelle età successive passino dal gioco parallelo al gioco “comunicativo”, in cui si fa finta, mentre gli altri mi guardano. Una sorta di teatro in tasca che permette anche di mettersi nei panni dell’altro.
Ultima cosa: i giochi in scatola. Anche questi sono svariati e differenziati per tipologie ed età.
Benissimo i giochi in scatola, con due avvertenze. Usiamoli quando fuori piove, lasciamo tempo anche ad attività all’esterno, quando possibile, e stiamo attenti al ruolo del genitore. Quando i bambini sono troppo piccoli, c’è bisogno dell’aiuto di un genitore, che deve essere presente ma non invadente, e non è sempre facile.
Esistono poi dei giochi in scatola che portano i bambini a cooperare e collaborare, invece che a primeggiare e sconfiggere gli altri. Proviamo a cercarli.
Il regalo, il dono. Che significato ha per il bambino ricevere un pacchetto sotto l’albero?
L’oggetto richiesto, desiderato, è importante. Ma oltre alla cosa regalata, nell’idea del dono che si fa c’è anche la persona, non limitiamoci mai a fare un regalo senza viverlo con nostro figlio. Il regalo non deve essere solo un modo per intrattenerlo, un oggetto che gli fa passare il tempo, magari più costruttivamente che stando davanti alla tv.
Il gioco deve essere anche la “scusa” per stare e giocare insieme, per spendere “del tempo con” e non solo “denaro per” i più piccoli della famiglia.