Truffa per truffa: un insperato rimborso

Quarto appuntamento della nostra rubrica settimanale, realizzata in collaborazione con le Forze dell’Ordine, con testimonianze di persone rimaste vittima di truffatori

Dalla tecnica della “cauzione”a quella della “perdita di gas’ sono innumerevoli le strategie adottate dai malviventi per carpire la fiducia delle loro vittime. Uomini e donne a cui, a volte, può bastare un sorriso, un’attenzione rivolta senza chiedere nulla in cambio, per sentirsi disposti a concedere la propria fiducia a chi se ne finge degno.

Inevitabile che vi sia chi, di tutto questo, tenti di approfittare, escogitando le strategie più varie per scalfire la naturale diffidenza delle proprie vittime. Subdole e fantasiose, le tecniche adottate dai truffatori hanno schemi ricorrenti: conoscerli è il primo passo per difendersene.

L’insperato rimborso: la storia di Concetta

Per Concetta, detta Tina, il rito del tè delle cinque, in compagnia della vicina di casa Valeria, è un appuntamento irrinunciabile: una buona tazza accompagnata dai suoi amati biscotti al burro e qualche innocente chiacchiera sugli ultimi inquilini arrivati, sulla spesa che diventa sempre più cara, sui figli ormai grandi che si fanno vivi solo per Natale e compleanni. Un bel giorno, però, una scena inattesa viene a spezzare la monotonia di quel rassicurante copione. Il suono del campanello annuncia l’arrivo di una signora distinta, che si presenta come addetta al controllo delle dichiarazioni dei redditi.

Pare che nell’ultimo 730 ci sia stato un errore, le spiega, e per Tina questo potrebbe significare un rimborso consistente. Per verificarlo, però, la sedicente impiegata, che nel frattempo ha invitato Tina a congedare la sua amica («Sono faccende riservate», insiste) ha bisogno di controllare non solo le ricevute dei versamenti effettuati dalla contribuente, ma anche di visionare eventuali oggetti preziosi che le appartengono, così da poterli valutare e “portare in detrazione”.

Tina non sospetta nulla, concentrata com’è sull’insperata occasione; è così ansiosa di collaborare che quando l’impiegata, dopo aver soppesato un bracciale e un paio di orecchini d’oro, le chiede se non abbia qualche altro monile, le viene spontaneo telefonare alla figlia per consultarsi su cosa sia il caso di mostrare alla brava funzionaria. Per la sconosciuta è il momento di tagliare la corda: Tina non ha nemmeno il tempo di rendersi conto di quel che sta accadendo che la “signora dei redditi” è già con un piede fuori dalla porta, blaterando qualcosa su una telefonata urgente da fare e sul telefonino che non prende.

Con la donna e la sua scia di profumo si volatilizzano anche i gioielli di Tina. Per lei, alla ferita di essere stata ingannata, si aggiungerà il disagio di raccontare tutto a sua figlia, all’amica, ai Carabinieri. Saranno questi ultimi a rassicurarla: Tina non è la sola ad essere stata truffata con simili modalità. E il problema non è lei o la sua ingenuità, ma la malafede di chi non ha esitato a rubarle, oltre all’oro, la dignità.

Come difendersi: tre consigli delle forze del’Ordine

ATTENZIONE A… Prima di tutto, allora, tenete presente che occasioni, iniziative, offerte, all’apparenza assai vantaggiose, se veramente tali vengono presentate con chiarezza e si è sempre in grado di controllarle: non sarà un incontro occasionale a proporvele. È facile invece che si tratti di una truffa. Il cui ideatore, una volta giunto a buon fine, si dissolverà nel nulla. Le truffe possono essere perpetrate di persona, al telefono o anche per posta, non esclusa quella che viaggia su Internet. Si può essere fermati per strada, si può ricevere una visita a casa, si può venire contattati con i più diversi sistemi. Ma l’atteggiamento del malintenzionato è sempre lo stesso. Qualcosa, positivo o negativo che sia, sta per accadere, è appena accaduto, potrebbe accadere se…

NON APRITE QUELLA PORTA. Cominciamo col dire che il cancello e il portone non si aprono agli sconosciuti. Tanto meno la porta di casa. Controllate il visitatore dallo spioncino, e ricorrete comunque alla catenella se aprire vi appare necessario. Già, ma in quali casi è veramente necessario? Un funzionario del Comune o delle Poste, un incaricato dell’INPS o dell’INAIL, un tecnico del gas o della luce non si presenta a casa vostra senza preavviso. E non compete a lui la riscossione di bollette, il controllo dei pagamenti, magari con rimborsi a vostro vantaggio.La sua visita è sempre preceduta e garantita da una comunicazione in cui ne risulta il motivo. Non vi convince ugualmente? Avete tutti i diritti di contattare l’azienda interessata. Controllate il numero telefonico, però: il soggetto potrebbe darvi quello di un suo complice. Lui (o lei) attenderà fuori della porta.

IL TESSERINO NON BASTA. Di visite, quando si è in casa, se ne possono ricevere tante. Ma non certo quelle degli impiegati di banca, i cui servizi vengono offerti solo presso gli sportelli, per corrispondenza, con carte di credito e online. Particolare attenzione, poi, a chi dice di far parte di enti benefici o religiosi, che, in modo assolutamente più credibile, preavvisano con messaggi nella buca delle lettere e di prassi non inviano volontari nelle abitazioni. Alla porta c’è un rappresentante delle Forze dell’Ordine, con un tesserino di riconoscimento a giustificare gli abiti civili? Comportamento del tutto inusuale: Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza operano presso le abitazioni in uniforme e vi giungono con auto di servizio. Chiamate senza esitazione il 112. Il suo compito è garantire la vostra sicurezza.

Ma soprattutto, in caso di necessità, reale o presunta, non esitate a chiamare il 112. Il numero è gratuito, e saranno pronti ad aiutarvi.

A cura della Redazione dell’Informatore in collaborazione con le Forze dell’Ordine)

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