Commedia brillante, sì, ma non solo: uno spettacolo che fa ridere e sorridere e che, fra una battuta e l’altra, stuzzica le domande: sulla felicità, sulla vecchiaia, sulla vita. E che, già dal titolo, ci interroga tutti: Ma cosa ha in testa? è lo spettacolo, inizialmente previsto per 4 gennaio al Teatro Puccini di Firenze, è stato rimandato al 22 gennaio alle ore 21, vedrà in scena Fabio Canino e Andrea Muzzi, due toscanissimi guidati dalla regia di Stefano Messina. Tutto pronto, o quasi, per il palcoscenico fiorentino, come racconta Andrea Muzzi: «Fabio e io ci stiamo allenando per questa commedia “di coppia” in cui gli spettatori si rispecchiano e si commuovono ridendo. È la storia di due persone che si sono smarrite e che, nella loro confusione strampalata, si incontrano. È l’incontro di due solitudini da cui nasce un bel messaggio, profondo e autoironico».
Fra i due, Fabio e Andrea, non si sa chi è quello serio e chi quello divertente, in scena e nella vita: «Abbiamo tutti e due un approccio simile – continua Muzzi -, molto scanzonato. Fabio ha un’ironia, a volte anche cinica, ma dal cuore grande. Io sembro il buono ma poi sono graffiante. Tutto sommato, lo spettacolo racconta anche la nostra storia: amici di gioventù, ci siamo persi per venti anni, poi ci siamo ritrovati per caso e da lì è partita questa avventura insieme».
Lo spettacolo racconta le tante disavventure dei due protagonisti, due uomini arrivati sul filo della mezza età, fra pancetta indelebile, urologo e Psa, e bisogno di un terapeuta che possa schiarire il buio della mente. Un vero viaggio alla ricerca della felicità, come racconta Fabio Canino.
Insomma, nel mezzo del cammin… come è la vita?
Dante oggi dovrebbe scrivere che mi ritrovai con la macchina portata via dal carroattrezzi, l’aumento delle tasse e la casa pignorata… un inferno quotidiano per la nostra generazione, cresciuta all’ombra del benessere e oggi disorientata di fronte al senso di precarietà. Per questo nello spettacolo entra in campo la figura del terapeuta: perché tutti abbiamo bisogno di capire di più noi stessi e il mondo che cambia.
Lo spettacolo parte dai piccoli inciampi quotidiani per arrivare a una riflessione sul senso della vita.
Viene fuori un disagio che non è solo degli adulti o degli anziani, ma è trasversale a tutte le generazioni: è un male di vivere che nasce dal vuoto delle relazioni e dalla solitudine, e che si cura incontrando gli altri. Parlare, confrontarsi, chiedere aiuto agli altri, ma anche a un terapeuta. Non tenersi dentro il buio: questa è la cura al malessere esistenziale. In una chiave divertente, lo spettacolo in fondo è un po’ come una terapia di gruppo.
A fine si scopre qual è l’elisir di giovinezza?
Lo spettacolo lascia aperta la porta, la possibilità di cercare la felicità. Poi sta a ciascuno di noi cercare, almeno un po’, di essere felici. A questo proposito faccio mia la frase della grande scrittrice Karen Blixen: «Per essere felici ci vuole coraggio».
A proposito di felicità, che sorprese sotto l’albero?
In questo momento nel mondo c’è distruzione e conflitto quasi ovunque. Il regalo, per tutti noi umani, sarebbe vedere la fine delle guerre e vivere un Natale di pace.
Come passerà il Natale? E soprattutto, cosa mangerà?
Io e Andrea lo passeremo a fare le prove. Il 21 dicembre finisco Ballando sotto le stelle: rimetto le palette in cassaforte e mi immergo subito nello spettacolo! Io sono uno che mangia i cappelletti in brodo anche il 15 agosto, quindi figuriamoci a Natale! Poi per me non può mancare mai la cioccolata, rigorosamente al latte: sciolta sul pandoro… consola da ogni male!
Per informazioni sulla nuova data e per i biglietti o eventuale rimborso del biglietto acquistato consultare il sito del teatro Puccini di Firenze.