A tu per tu con Paola Cortellesi

Intervista a Paola Cortellesi, regista e protagonista del film "C'è ancora domani"

È riuscita dove molti maschi hanno fallito: riportare gli spettatori nelle sale cinematografiche che il Covid aveva svuotato e il tempo non aveva più riempite. Con C’è ancora domani, scritto, diretto e interpretato da Paola Cortellesi, il film che ha avuto i maggiori incassi in Italia nel 2023. Apprezzato anche da una diva selettiva come Lady Gaga, che vuole acquisirne i diritti per realizzare la versione hollywoodiana con lei protagonista. La storia, ormai nota, che racconta la dura vita delle donne degli anni Quaranta, quando l’uomo le considerava meno di niente, ha commosso e fatto riflettere perché l’attualità per qualcuna non è così diversa.

Tante cose sono cambiate, ma i continui femminicidi dimostrano che la strada da percorrere verso il rispetto delle donne è ancora lunga.
Lunghissima. Proprio per questo volevo realizzare qualcosa attraverso la mia immaginazione e non con quella di altri. Ci ho provato. È stata una fatica, ma anche una gioia. E sono felice che il film sia stato visto da tanti giovani.

Compresa sua figlia?
Sì. Ho letto la sceneggiatura con Lauretta, che ha solo 10 anni, e lei è rimasta incredula di fronte al fatto che noi donne siamo state così discriminate e che, per ottenere il posto giusto nella società, bisogna ancora lottare.

Nilde Iotti, prima presidente della Camera donna e la più longeva, diceva: «I nostri diritti non sono eterni e si deve combattere per ottenerli».
Aveva ragione. È inutile nascondercelo, perché stiamo sempre combattendo e dovremo farlo per parecchio tempo ancora. Tante parole, eventi, manifestazioni, ma poi nel quotidiano tante cose non sono cambiate. Prendiamo la “Festa della donna”, che ricorre ogni anno l’8 marzo…

Cioè?
È ancora molto lontana dalla realizzazione dei progetti per cui era stata ideata e si riduce a mazzi di mimose e a cene fra donne, che magari prima di uscire, per non sentirsi in colpa, devono preparare la cena alla famiglia.

Suo marito, il regista Riccardo Milani, ha detto, giudicando positivamente il suo film, che non ne sapeva nulla. È vero?
Verissimo. Ho voluto portare avanti il mio progetto senza coinvolgerlo o mettergli ansia e lui è rimasto piacevolmente sorpreso anche del mio coraggio.

Lei è una persona sincera, sempre o, quando occorre, dice bugie?
Mai. Anche se qualche volta la mia sincerità mi penalizza.

Cosa sarebbe oggi se non facesse l’attrice e la regista?
Non ho mai immaginato un altro lavoro, perciò non credo che avrei avuto alternative interessanti.

Cosa augura per il futuro a sua figlia?
Di realizzarsi in quello che desidera e di essere una donna libera, soprattutto di esprimere sempre e con chiunque il suo pensiero.

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