Ci sono due grandi bandiere appese al muro nella sezione soci Coop di Prato: sono quelle dei primi movimenti cooperativi nati su questo territorio, come l’Alleanza cooperativa pratese che nel 1954 rilevò sette negozi gestiti fino a quel momento dalla Casa del popolo di Sesto. La storia della cooperazione qui risale alla metà del XIX secolo (Fratellanza di Prato) ed è alla base anche delle successive aggregazioni, Toscocoop prima, Unicoop Firenze poi.
Ma cosa resta di quella storia e come si concilia con la frenetica vita di un centro commerciale, come quello del Parco*Prato in cui si trova questa sezione soci?
«Siamo dentro a una storia, ne siamo parte – dice Fiorella Astori, la presidente -: i valori a cui quelle esperienze fanno riferimento sono gli stessi che ci animano oggi. I verbali di quelle cooperative hanno al primo posto l’obiettivo di migliorare le condizioni di mercato, ma subito dopo quello di organizzare attività culturali, assistenziali, ricreative e mutualistiche a favore dei propri soci. Gli stessi nostri valori ma adattati a una nuova realtà, ai nuovi bisogni di oggi».
E quali sono i nuovi bisogni di Prato?
Città cresciuta in fretta, con una densità imprenditoriale fra le più alte d’Italia, città dalle tante culture, con una popolazione straniera che è il doppio della media nazionale.
Qui convivono 120 diversi gruppi etnici: tutti sanno della forte presenza della comunità cinese, ma è l’insieme di tante realtà a far sì che oggi quasi il 15% della popolazione abbia un’origine diversa da quella pratese. Tutto questo si ritrova anche dentro la sezione soci e ne orienta le attività. Dei 90.000 soci di questa grande realtà (che oltre alla città comprende anche il comune di Montemurlo) 6000 sono cinesi. Ecco che allora una delle attività di maggior successo sono i corsi di italiano, a cui partecipano attivamente cittadini cinesi ma anche pakistani e indiani. La partecipazione è gratuita e la certificazione è valida per ottenere il permesso di soggiorno.
Solidale per vocazione
Prato non ha perso negli anni la sua vocazione di città solidale, anzi la mutazione sociale che ha vissuto ne ha rinforzato l’aspirazione, anche se ovviamente le difficoltà e i contrasti non mancano. Ma non è un caso se proprio qui si trova una delle esperienze più avanzate di Emporio della solidarietà, alla cui vita la sezione soci Coop di Prato partecipa da sempre. Nato dieci anni fa, oggi il centro di distribuzione di generi alimentari gestito dalla Caritas è un modello di efficienza e dà una risposta importante ai bisogni della società.
«Ci piace sottolineare – aggiunge Fiorella – che anche in questo caso i soci pratesi ci hanno aiutato a dare un contributo il più significativo possibile con la raccolta di generi veramente necessari». Insomma, anche se la presidente non lo direbbe con queste parole, la realtà è che qui non ci si accontenta del fare ma si cerca sempre di fare meglio. Per esempio, la sezione soci ha scelto di partecipare al progetto “cucine aperte” con la Casa circondariale di Prato, la Caritas, l’Amministrazione comunale e l’Istituto Datini. Oggi in quel carcere è stato inaugurato un laboratorio di cucina e di sala per permettere ai detenuti di seguire corsi di formazione e per sessanta di loro questa è già un’opportunità.
Nella sezione soci all’interno del Parco*Prato si realizzano tante altre attività e la sala è oggetto continuo della visita di tanti soci da ogni parte della città. Il negozio stesso è una finestra a cui affacciarsi con proposte e iniziative, come quando nello scorso mese di dicembre oltre centocinquanta persone hanno partecipato a una cena di solidarietà per i progetti di adozione a distanza in Mozambico. «Una risposta che ci ha sorpreso – conclude Fiorella -, ma che è nella natura di questa città generosa e laboriosa».