Html code here! Replace this with any non empty raw html code and that's it.
logo Informatore

Continuate in ciò che è giusto. Storia di Alexander Langer

Il 16 ottobre, alle 17, nella sala soci Bibliocoop del Parco*Prato, incontro con lo scrittore Alessandro Raveggi autore di “Continuate in ciò che è giusto. Storia di Alexander langer”. Intervista all’autore.

A trent’anni dalla sua scomparsa, Alessandro Raveggi ripercorre la storia del politico Alexander Langer, un uomo che ha creduto nella possibilità di un’umanità multilingue, capace di valicare muri e frontiere.

Nato a Vipiteno, in Alto Adige, nel 1946 Le morto suicida a Firenze quarantanove anni dopo, Langer  è  stato instancabile promotore del dialogo tra i popoli altoatesini, pacifista, ecologista, è stato uno dei fondatori del partito dei Verdi italiani, europeista ed eurodeputato.  Alessandro Raveggi nelle pagine del suo libro ne ripercorre la vita attraverso un viaggio nei luoghi, dalla Bolzano a Vipiteno, alle montagne del Trentino dove Langer è  nato, fino a Firenze la città  in cui ha vissuto, ma anche tra gli scritti e i pensieri raccolti nell’archivio della Fondazione Langer a Bolzano, le persone che lo hanno conosciuto. 

Abbiamo incontrato l’autore Alessandro Raveggi in vista della presentazione del libro alla Bibliocoop del Parco*Prato il 16 ottobre, alle 17. 

Perché un libro su Alexander Langer a 30 anni dalla morte?

Mi sono messo sulle tracce di Alexander Langer perché mi ha colpito la sua storia di militanza e i temi per cui si è battuto, ancora di grande attualità: la difesa dell’ambiente, la difesa dell’idea di Europa, il suo spendersi in difesa della pace. 

Cosa significa essere militanti oggi?

La militanza per Langer coincide con la presenza, il cercare sempre dei ponti tra le parti del conflitto, che valicano i confini e si mettono in contatto con le realtà apparentemente avverse. La militanza per Langer è quotidiana e legata alle buone pratiche. Nella sua vita si è sempre battuto in difesa dell’ambiente e per la pace. Langer affermava che non siamo 

parte di una comunità esclusiva. ma nemmeno transfughi della nostra origine. 

Cosa direbbe Langer oggi del mondo di adesso?

Continuerebbe a guardarlo comunque con speranza, speranza nella capacità di fare con lentezza. 

Cosa ti ha lasciato come uomo la figura di Langer?

Ho imparato a sorprendermi dei luoghi di cui non avevo relazione, quelli in cui è vissuto Langer nella sua infanzia. Langer era una figura di uomo decentrato, mediatore. La sua morte ha chiuso una stagione della militanza, che di lì a poco diventerà altro. Mi ha colpito la sua militanza che si base su un atteggiamento quotidiano. Più che profeta era un “portatore di speranza”. Lo ha fatto per il suo Sudtirolo, per portare pace nei Balcani, in Amazzonia a cercare la pace tra gli Xavante e i fazenderos.

Iscriviti alla Newsletter

Le notizie della tua Cooperativa, una volta alla settimana. Guarda un esempio

Errore: Modulo di contatto non trovato.

Potrebbe interessarti