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La Memoria del Brasile a Pistoia

Dal 6 al 21 settembre, alla ex Chiesa di San Giovanni, Corso Gramsci, Pistoia, mostra fotografica sul Cimitero militare brasiliano di San Rocco

Dal 6 al 21 settembre, nell’Ex-Chiesa di San Giovanni, corso Gramsci, Pistoia, sarà ospitata una mostra fotografica dedicata al Cimitero militare brasiliano di San Rocco (1944-1960), a cura di Donatella Pereira, Michela Pereira, con la collaborazione di Mario Pereira.

La mostra si propone di ricostruire, mediante materiale prevalentemente fotografico, la storia del Cimitero Militare Brasiliano, fondato alla fine del 1944 a San Rocco. Il cimitero nacque dall’esigenza del contingente della Força Expedicionária Brasileira (FEB) di dare degna sepoltura ai militari caduti al fronte, e la sua collocazione a Pistoia fu dovuta al fatto che in questa città aveva sede il QG della FEB e l’Ospedale da campo.

Consacrato il 2 dicembre del 1944, fu chiuso nel dicembre 1960 a seguito dell’esumazione di tutte le salme, quando i resti dei caduti brasiliani vennero rimpatriati per essere collocati nel Monumento Nacional a Rio de Janeiro. Soltanto alcuni anni dopo (7 giugno 1966) fu inaugurato il Monumento Votivo che lo sostituì e che ancora celebra la memoria dei pracinhas (così venivano affettuosamente chiamati in patria i soldati che partirono nel luglio 1944 per aggregarsi alle Forze Alleate nella lotta contro il Nazifascismo). 

La mostra si basa sui materiali conservati nell’Archivio storico Miguel Pereira (AMP), facente parte degli Archivi Pistoiesi del Novecento. L’inventario, in corso di pubblicazione, è stato curato da Donatella e Michela Pereira, che sono anche le organizzatrici della mostra (nata da un’idea di Silvio Ribeiro). 

Le sezioni della mostra fotografica

La prima sezione della mostra documenterà l’origine del cimitero: la scelta della localizzazione, la requisizione del terreno e la realizzazione, che fu curata da un’unità della FEB appositamente costituita (Seção de Guarda). Le numerose foto panoramiche mostrano la dedizione con cui venne curato questo terreno “brasiliano” a Pistoia, che conservava sul portale d’accesso il simbolo della FEB: il cobra verde e oro che fuma la pipa, che i soldati portavano sulla divisa, non di rado ricamato da ragazze italiane. 

La seconda sezione ricostruirà la struttura del cimitero, appoggiandosi non solo su foto ma sulla descrizione che ne ha dato Miguel Pereira in diverse sue pagine di memorie e su documenti d’archivio. Si sottolinea che una delle quadre in cui era suddiviso il cimitero era stata riservata alla sepoltura di militari tedeschi, confermando l’atteggiamento umanitario dei brasiliani, dimostrato durante tutta la fase bellica. 

Nella terza sezione si ricostruisce la vita del cimitero attraverso foto e documenti d’archivio, mostrando come nel corso degli anni la memoria sia stata coltivata con cerimonie, a cui la cittadinanza di Pistoia partecipava calorosamente; con visite di brasiliani e italiani; e con omaggi prestati dalle massime autorità brasiliane (nel 1956 venne a Pistoia l’allora Presidente del Brasile Juscelino Kubitscheck, fondatore di Brasilia) e italiane locali e di rilevanza nazionale. 

La mostra si chiude con le foto della cerimonia pubblica, tenuta nel Duomo e nella piazza per il congedo della città dalle salme dei brasiliani, e con un loop video elaborato da Mario Pereira nel 2012. 

Nell’ambito della mostra verrà esposta una pregevole riproduzione fotografica a grandezza naturale del manifesto dell’evento che nell’agosto del 1947 vide la partenza da Pistoia della fiaccola del Fogo Simbólico da Pátria: una manifestazione brasiliana intesa a promuovere l’unità dello sterminato paese, attribuendo alla città da cui parte la fiaccola lo statuto di “capitale simbolica”. 

Miguel Pereira e i pracinhas

A partire dal giugno 1947, dopo la partenza dell’ultima Seção de guarda, il cimitero era rimasto affidato alle cure di Miguel Pereira, sotto la sovrintendenza del Consolato brasiliano di Firenze. Pereira, Sergente dell’Esercito Brasiliano, ha vissuto questo incarico come una missione, riconosciuto in questo sia dal Brasile che dalla città di Pistoia, nei suoi rappresentanti come dai semplici cittadini. 

Rievocando il giorno in cui assunse quella missione scriveva: «Quel giorno, camminando per la prima volta da solo tra le croci dei coraggiosi e valorosi pracinhas, feci con me stesso un solenne e intimo giuramento davanti all’Altissimo, che ogni giorno, entrando in questa foresta di croci bianche, avrei elevato le mie preghiere al cielo per l’anima di coloro che riposano qui; che avrei diretto il mio pensiero al Brasile perché qui sto rappresentando tutti i brasiliani, il cui cuore batte pieno di saudades per i migliori figli della nostra terra, che ora giacciono a Pistoia». E per tutta la vita si considerò non solo custode della memoria, ma coltivando l’amicizia fra italiani e brasiliani cercò sempre di diffondere l’idea che l’esperienza della guerra dovesse servire di lezione per un futuro di pace. 

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