La ricetta d’autore. L’uovo con il cappotto di Luisanna Messeri

In diretta dalla sua cucina, la cuoca toscana sperimenta, impasta e si racconta

Con l’arrivo della primavera è presa a tutti la voglia di pic nic e grigliate, magari in terrazzo o in giardino. Ecco qui la ricetta per un piatto unico con un ingrediente universale, l’uovo, ma rivestito a festa, omaggio della cuoca toscana Luisana Messeri, che dalla Prova del Cuoco si è trasferita sulle pagine Facebook dove – seguitissima e cliccatissima – ha regalato allegria e buone ricette agli italiani in lockdown. Lei non si arrende, cucina a tutto spiano e sorseggia mentre è ai fornelli, tra un uovo, due zucchine, il suo Pellegrino Artusi in versione moderna sullo sfondo dell’angolo cottura. E, dopo i mesi di clausura nel Mugello, gli esperimenti culinari in video continuano: fra i tanti golosi, via via ne riserva qualcuno in esclusiva alle nostre pagine.

Ecco a voi “L’uovo con il cappotto”.

Ingredienti

  • 2 uova
  • salsiccia
  • 1 limone
  • mezza mela
  • scalogno o cipolla di Certaldo
  • pecorino
  • prezzemolo
  • farina e pangrattato
  • sale, olio evo, spezie.

Preparazione

L’impasto e il cappotto

Bollite un uovo per 4 minuti poi sbucciatelo. Prendete una salsiccia e conditela a piacere: io ci metto un po’ di pecorino ma non troppo perché, regola numero uno: un piatto è perfetto quando non c’è niente da togliere. Poi aggiungo sale e un po’ di spezie e un po’ di scalogno perché oggi il mio frigo offre questo ma se trovate la cipolla di Certaldo che è in raccolta proprio in questi giorni, allora andate a nozze. Aggiungete una grattugiata di limone, bio se potete, e una mezza mela, toscana, s’intende. E, a proposito: #ioadottounproduttoretoscano e, mi raccomando, quando fate la spesa, cercateli e metteteli nel carrello! Fa bene a loro e a voi. Amalgamate tutto e via con la vestizione dell’uovo con il cappotto: sul palmo della mano stendete un cucchiaio di impasto, metteteci sopra l’uovo sodo e rivestitelo, avvolgendo intorno all’uovo l’impasto di salsiccia.

La frittura

Dategli la forma di una palla, una bomba speciale. Su tre piatti disponete un uovo sbattuto, la farina di grano e il pangrattato: se potete, fatelo in casa con il pane avanzato così meno spreco e più risparmio. Intanto sul fuoco mettete un pentolino con l’olio per la frittura: una bella quantità di olio perché l’uovo deve essere immerso e non solo sfriggere nell’olio. E’ questo il segreto di una buona frittura: più il fritto è immerso e meno assorbe. Dunque prendete la palla di salsiccia e uovo, passatela prima nella farina, poi nell’uovo e poi ne pangrattato. Controllate che l’olio sia a temperatura, buttandoci un pezzetto di pane. Immergete la palla, friggete per 4 5 minuti, scolate e asciugate nella carta. E poi lo servite tiepido, con un po’ di insalatina di campo e di rucolina… l’uovo con il cappotto è buono anche a primavera!

Due chiacchiere con Luisanna

Mentre ci preparava il suo “Uovo con il cappotto”, le abbiamo fatto qualche domanda: senza distrarsi dalla frittura… ecco qua la sua ricetta di buonumore e buona cucina.

Durante la quarantena attivissima ai fornelli in versione social. Una nuova versione di Luisanna?

E’ stato un simpatico appuntamento quotidiano, un modo per ritrovare chi mi apprezza ma anche per far passare meglio quei momenti cupi e di difficoltà per tutti. A tavola tutti insieme ci si sente più vicini, si condivide la grande gioia di mangiare. “Le ricette della quarantena” sono state una specie di diario del virus visto dai miei fornelli. E poi, anche l’occasione per cucinare cose buone con le regole della mia cucina di sempre.

Quali i principi della sua cucina?

Uno che li riassume tutti è la semplicità che non significa per forza cucina povera o veloce ma, anzi, significa saper sorprendere il palato con creatività a partire da elementi e alimenti semplici e di qualità. La mia cucina è di impronta tradizionale toscana: è semplice nel senso che le nonne seguivano criteri pratici, dettati dalla natura, dai ritmi delle stagioni, dalla regola del massimo uso con il minimo spreco.

Le nonne erano di moda e ancora non lo sapevano, quindi?

Per loro certi criteri erano una necessità e oggi dovremmo tornare a fare la spesa e ragionare più come loro. Seguivano spontaneamente la stagionalità e il km zero perché cucinavano quello che coglievano sul campo di casa loro. E il riciclo era inventarsi nuove cose e combinazioni per usare tutto quello che era cucinabile: le bocche da sfamare erano tante e i lussi… sobri e contati. Da lì sono nati tanti piatti oggi considerati le chicche della cucina toscana: pensiamo alle frattaglie, al sublime lampredotto nel panino, alla panzanella o alla minestra di pane. O a un semplice uovo che, vestito, diventa un piatto unico da gran cena.

Chi le ha fatto compagnia durante la quarantena in cucina?

Non chiedetemelo nemmeno, il mio inseparabile compagno di viaggio e di ricette: l’intramontabile Pellegrino. Pellegrino Artusi, ovvio! Il 2020 è dedicato a lui, all’anniversario dei duecento anni dalla sua nascita e, nel 2020, il suo pensiero mi fa compagnia più del solito. A lui ho dedicato anche il libro Le stories di #Artusi, scritto a quattro mani con Angela Simonelli e pubblicato lo scorso anno. Un modo per omaggiarlo e riportarlo nelle cucine di tutti, lui che duecento anni e non sentirli!

Cosa rappresenta per lei Artusi?

Per tutti noi è un punto di partenza ma anche di arrivo. Un esempio di vero maestro dell’arte della cucina: per la cura dei dettagli, per la voglia di spiegare e dare a tutti la possibilità di capire i principi della cucina e mettere a tavola tutti, dall’amico al gran signore, portando al palato la vera essenza dei sapori. Il suo manuale non è solo un libro, è un galateo della cucina per accogliere gli alimenti in cucina e lavorarli dalla a alla z con sapienza, creatività e anche una certa attenzione allo spreco, un tema che oggi è attuale come e più di ieri.

La Toscana in cucina e sempre nel cuore?

Sì, non a caso durante le quarantena ho lanciato la campagna “Io adotto un produttore toscano” per dare visibilità ai tanti produttori e imprenditori dell’agroalimentare toscano oggi in difficoltà. Durante le dirette Facebook ne ho presentato uno al giorno per far conoscere i loro prodotti, molti dei quali sono presenti anche sugli scaffali di Unicoop Firenze. La campagna è stata rilanciata anche dalle istituzioni locali. Che questa brutta pandemia sia servita almeno a questo: a riportare lo sguardo vicino casa e il consumo a uno stile più sensato e vicino ai criteri di natura. La Toscana ha una tavolozza di sapori e prodotti così ricca, che la buona cucina è un’arte che vien da sé.

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