A cura dell’ospedale pediatrico Meyer
Le sane abitudini si acquisiscono da piccoli e vale anche per quelle alimentari. Ce ne parla Sonia Toni, responsabile del Centro regionale di riferimento per la diabetologia pediatrica del Meyer.
Quali sono le regole d’oro da seguire a tavola per fare prevenzione?
«A tavola dovremmo sforzarci di mangiare più cereali, legumi, ortaggi e frutta, limitando invece la quantità di grassi, di zuccheri, di dolci e di bevande zuccherate. Dovremmo consumare acqua in abbondanza, e diminuire vistosamente il sale. Cerchiamo di variare le nostre scelte, per assicurare al nostro organismo un apporto completo di nutrienti, e privilegiamo la filiera corta con i suoi prodotti di stagione».
Uno stile di vita sano fa da scudo per molte malattie. Quali?
«Una buona alimentazione ci aiuta a prevenire sindromi metaboliche, malattie cardiovascolari, disturbi del comportamento alimentare, tumori. Ha inoltre un ruolo fondamentale nella prevenzione dell’obesità che è una vera e propria epidemia del nostro tempo: basti pensare che in Italia un bambino su 4 è sovrappeso. E nella prevenzione del diabete di tipo 2, una vera e propria emergenza sanitaria, che si associa all’obesità. Tanto che si parla di “diabesità”: un termine, quest’ultimo, che lascia intendere l’associazione fra obesità e diabete tipo 2».
Quanto movimento dobbiamo fare perché sia davvero efficace?
«Proprio come quella alimentare, esiste anche una piramide dell’attività fisica che ci indica “le quantità”. Si spazia da attività basilari come salire le scale o portare il cane a passeggio, che andrebbero fatte tutti i giorni, ad esercizi aerobici di almeno 20 minuti (o nuoto, o bicicletta) che andrebbero fatti dalle 3 alle 5 volte a settimana. Su questo stesso piano della piramide stanno anche le attività ricreative come ad esempio il ballo e il calcetto: anche queste andrebbero fatte 3/5 volte a settimana, per almeno mezz’ora. Salendo di piano troviamo gli esercizi muscolari come lo stretching, lo yoga, le flessioni, il sollevamento pesi: questi andrebbero fatti 2-3 volte a settimana. Sullo stesso livello anche attività come il golf, il bowling e il giardinaggio. Al vertice della piramide troviamo invece quello che dovremmo fare il meno possibile: guardare la tv, stare seduti per oltre 30 minuti, giocare ai videogiochi».
Quali sono invece le abitudini più rischiose che portiamo in tavola?
«Una delle più pericolose per la nostra salute è un consumo eccessivo di proteine, che predispone all’obesità e al diabete ed ha ricadute negative sul sistema cardiovascolare. Tendiamo a consumare troppa carne e formaggi, mentre le proteine dovrebbero rappresentare tra il 12 e il 14 per cento del nostro introito calorico quotidiano: pensiamo che, a 4 ore dal pasto, tutto l’eccesso di proteine che abbiamo assunto si trasforma in zuccheri! Altra presenza negativa, popolare soprattutto tra i nostri ragazzi, sono le bevande e gli alimenti ipocalorici, cosiddetti “light”: i dolcificanti artificiali modificano la mucosa intestinale, rendendo l’intestino permeabile e la flora vulnerabile».
CURIOSITÀ
Viva gli antipasti di verdura
Un bell’antipasto di verdura è un’ottima abitudine: mangiata per prima è più gradita perché ci sazia e placa il senso di fame, aiutandoci a ridurre la voracità con la quale ci dedicheremo al resto del pasto.
Arancia: meglio a spicchi
Una bella spremuta di arancia fa benissimo, ma è sempre meglio consumare frutta e verdura integra, e dunque non spremute o centrifugate, per preservare l’integrità delle fibre. Se proprio non vogliamo rinunciarci, dobbiamo stare attenti a consumare la spremuta appena fatta, perché a contatto con l’aria le vitamine si ossidano in un istante.
Integrale e al dente
È una buona abitudine consumare cereali come pane, pasta e riso integrali, perché conservano intatte le proprietà nutritive del chicco ricco di proteine e vitamine. Quanto a pasta e riso, cuociamoli sempre al dente per limitarne l’impatto glicemico, oltre a migliorarne la digeribilità. Se si esagera con i tempi di cottura, infatti, i carboidrati, che sono zuccheri complessi, arrivano nel nostro organismo già “scomposti”: un torrente di zuccheri semplici nocivo per il nostro equilibrio glicemico.