Sicurezza alimentare, un tema all’ordine del giorno, ogni giorno
Tracciabilità, additivi, haccp, ogm, termini fino a poco tempo fa sconosciuti, sono ormai “pane quotidiano” anche per il grande pubblico, quello dei tanti consumatori che vogliono fare la spesa con le idee chiare. E per chiarirne alcune, abbiamo incontrato Loriana Armellini (nella foto), tenente colonnello del Gruppo Carabinieri forestali di Firenze, che insieme ad altri corpi di Polizia, autorità e agenzie nazionali ed europee, opera nel campo della sicurezza alimentare.
Quali sono i vostri obiettivi in ambito agroalimentare?
La prevenzione e la repressione di illeciti amministrativi e penali per garantire al consumatore che il prodotto sia tracciabile e il suo contenuto corrisponda realmente all’etichetta. La nostra attività è finalizzata anche a garantire una leale concorrenza fra le aziende ed è quindi una tutela indiretta per quelle che operano correttamente.
Come si svolge un intervento?
Può partire dal prodotto sullo scaffale, controllando a ritroso la filiera, oppure all’inverso, dal produttore per verificare tutti i passaggi fino allo scaffale. Controlliamo quantità e provenienza della merce registrata nei documenti aziendali, accertiamo che la lavorazione avvenga secondo la normativa vigente, verifichiamo la congruenza fra materia prima e prodotto finito e la correttezza dell’etichetta e della tracciabilità.
Inoltre facciamo controlli sul campo, dalla vigna all’uliveto, alla stalla, per verificare se il processo produttivo rispetta le norme. Per il vino, ad esempio, le verifiche vanno dalla vigna alla cantina, ai controlli su strada: una fase delicata in cui possiamo intercettare la truffa con l’arrivo di materia prima immessa illegalmente nel circuito.
Quali casi di truffa o irregolarità avete scoperto di recente?
Ad esempio, un’azienda vinicola che imbottigliava Chianti prodotto con uva proveniente anche da Abruzzo e Puglia. Oppure, un olio extravergine di oliva con la dicitura “a bassa acidità” in etichetta, che rimandava in modo ingannevole a una caratteristica già insita nel prodotto. Importante la campagna recente per verificare l’utilizzo del tappo antirabbocco nei ristoranti, per evitare che al tavolo vengano messe bottiglie di olio extravergine d’oliva, rabboccandole però con olio di altro tipo, non corrispondente all’etichetta.
Di fronte allo scaffale, cosa deve saltare all’occhio come possibile indizio di truffa o contraffazione?
Sicuramente un’etichetta incompleta. L’etichetta è la carta d’identità del prodotto e deve riportare indicazioni come origine, data di scadenza o termine minimo di conservazione, lotto, modalità di conservazione, tabella nutrizionale.
Altro indizio, un prezzo troppo basso, che può nascondere una filiera “sporca”, in termini di materia prima, processi produttivi e legalità del lavoro.
Che segnalazioni ricevete?
Le più svariate: il capriolo ferito, lo sversamento di liquidi in un torrente, lo smaltimento illecito di rifiuti. Sono sempre più frequenti anche le segnalazioni sul traffico di animali importati e maltrattamento che, negli ultimi anni, ha visto moltiplicarsi i nostri interventi.
Cos’è il Gruppo Carabinieri forestali
Dal 2017 il Corpo forestale dello Stato è stato assorbito dall’Arma dei Carabinieri e l’originaria attività di polizia forestale è diventata a tutto tondo ambientale, legata a problematiche come lo smaltimento illecito di rifiuti, i tagli boschivi abusivi e gli incendi boschivi: un esempio, i fatti recenti sui Monti Pisani. In campo alimentare si occupa di cibo contraffatto, assenza di tracciabilità, scorretta etichettatura dei prodotti, argomenti divulgati anche nelle scuole, come manuale di “buone pratiche”.
Nel 2018 in ambito agroalimentare il Gruppo Carabinieri forestali ha effettuato più di 80 controlli, su 70 soggetti, fra aziende, trasportatori, esercizi commerciali, con verifiche su tracciabilità, etichettatura, indicazioni geografiche, marchi di qualità e biologico, emettendo in 7 casi 18 verbali amministrativi, con sanzioni per un totale di 30.000 euro.
Le aree merceologiche più a rischio risultano i prodotti Dop, Igp, Doc, Docg, tutelati da disciplinari, le eccellenze come l’olio e il vino toscani e, in quantità minore, anche miele o prodotti biologici.
Cosa fa Unicoop Firenze per la sicurezza alimentare
Con una squadra di 11 professionisti dell’Ufficio qualità, Unicoop Firenze segue tutti gli aspetti legati alla sicurezza e alla qualità dei prodotti.
Segnalazioni dei clienti
Dopo l’arrivo della segnalazione di prodotto difettoso (odore, sapore, etichettatura ecc.), partono i controlli nei punti vendita, magazzini e piattaforme di distribuzione della cooperativa. Si passa poi alle verifiche presso il fornitore, con il quale può essere deciso il ritiro del prodotto da tutta la rete di vendita.
Infine, fatte tutte le analisi e verificata l’entità del difetto, l’Ufficio qualità contatta il cliente per comunicare l’esito dei controlli sul prodotto segnalato.
Verifiche ispettive e analitiche
Con calendari programmati o in casi mirati, l’Ufficio qualità effettua ispezioni nei propri centri di lavorazione e visite, concordate e non, dai fornitori locali. Durante le verifiche vengono fatti controlli a campione sui prodotti e analisi della merce in lavorazione.
Le verifiche e le analisi sono mirate alla ricerca microbiologica e chimica, per garantire che, in tutto il processo produttivo, siano mantenuti gli standard previsti di conformità igienico-sanitaria.
Controlli nei punti vendita
Le verifiche riguardano il rispetto del piano di autocontrollo del punto vendita: tracciabilità delle merci, scadenze, pulizia degli ambienti, libro ingredienti e controllo delle temperature regolate con telegestione, un sistema automatico che invia un allarme al negozio ogni volta che la temperatura di un banco o una cella va fuori standard.
Qui gli addetti intervengono per ripristinare le temperature e verificano se i prodotti sono ancora idonei alla vendita.