Nuovi poveri: l’emergenza è adesso

Intervista a don Fabio Marella, vicedirettore della Caritas diocesana di Firenze

L’emergenza sanitaria causata dal Covid 19 ha colpito duramente anche il tessuto sociale ed economico della Toscana, amplificando le disuguaglianze e facendo esplodere le nuove povertà.

A certificarlo sono i numeri forniti dal monitoraggio di Caritas sul territorio. Un dato su tutti: dal 10 marzo al 22 aprile sono stati 3042 i “nuovi poveri” che si sono rivolti alle Caritas diocesane della regione, facendo registrare un incremento del 91% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Persone in cerca di un aiuto alimentare, o economico, per affrontare questo difficile periodo. Senza dimenticare il crescente bisogno di ascolto, di supporto psicologico e di orientamento per le pratiche burocratiche legate alle misure di solidarietà e di sostegno pubblico.

Per fare il punto della situazione abbiamo intervistato don Fabio Marella, vicedirettore della Caritas diocesana di Firenze.

Chi sono oggi i nuovi poveri?

Da quello che abbiamo potuto osservare attraverso l’attività delle diocesi, è soprattutto il mondo del lavoro ad aver subito le conseguenze più acute dell’emergenza. Soprattutto giovani coppie, prevalentemente italiane, con figli e un solo reddito, che hanno subito una drastica riduzione delle entrate a seguito del blocco delle attività produttive. Molte richieste d’aiuto ci sono poi arrivate da commercianti, lavoratori autonomi o precari, da persone impiegate in attività in nero, ma anche da lavoratori stabili di imprese private che hanno sospeso l’attività produttiva. Inoltre, la situazione d’emergenza e l’attivazione di una solidarietà diffusa, che ha visto una stretta collaborazione tra pubblico e privato sociale, ha contribuito a spingere verso Caritas persone che, pur vivendo in una situazione al limite dell’indigenza, in passato si erano sempre trattenute dal compiere questo passo per orgoglio o per paura di essere stigmatizzate.

Qualche esempio?

La comunità filippina: grandi lavoratori specializzati nel prendersi cura dei nostri anziani, richiestissimi. Non si erano mai visti nei centri Caritas. In queste settimane abbiamo avuto dei contatti per portare anche a loro alcuni pacchi alimentari. In piena quarantena, poi, siamo stati contattati dal consolato argentino di Roma perché sul nostro territorio c’era una famiglia argentina che aveva bisogno di aiuto.

Qual è stata la risposta di Caritas alla nuova emergenza?

Sebbene le norme sul distanziamento sociale e le misure di prevenzione abbiano imposto un ripensamento dei servizi, siamo stati sempre operativi. In molti casi, abbiamo messo in campo ulteriori strumenti per affrontare questa fase.
Il Centro di ascolto diocesano ha garantito un’apertura costante grazie al contatto telefonico. Mentre quelli parrocchiali, che in un primo momento erano stati chiusi, in buona parte hanno adeguato i locali e sono tornati operativi nell’ascolto, nella consegna dei pacchi alimentari alle famiglie in difficoltà, nella fornitura del vestiario, degli aiuti economici e degli aiuti all’infanzia.

Come siete riusciti a potenziare il supporto ai senza fissa dimora?
Il servizio docce è stato riorganizzato ed è attivo grazie alla rete di solidarietà nata con Florentia Rugby Firenze, che dal 12 aprile ha messo a disposizione delle persone senza fissa dimora palestre e docce. Inoltre, proprio per aiutare le persone che vivono per strada, è stata prorogata al 30 aprile l’apertura straordinaria delle strutture utilizzate durante l’emergenza freddo, garantendo l’ospitalità a 135 persone.

E poi ovviamente c’è il servizio mensa e di distribuzione del cibo, che abbiamo modificato in ottemperanza alle misure governative per rispondere alla principale necessità emersa in questo periodo: quella alimentare. Basti pensare che a Firenze i pasti preparati, confezionati e distribuiti dalle mense sono duplicati.

Avete riscontrato altre necessità, oltre a quelle di carattere alimentare?

Ad esempio il pagamento dell’affitto o delle bollette. Quando si tratta di piccole spese siamo direttamente noi a sostenerle dopo aver verificato la situazione. Ma quando c’è una necessità di lungo periodo l’approccio cambia. In questo caso cerchiamo di aiutare le persone a uscire dallo stato di bisogno. Per questo c’è un gruppo di volontari, tutti bancari in pensione, che hanno messo a disposizione le loro competenze per elaborare un progetto di più lungo termine per la persona.

Come giudica la reazione del mondo del volontariato a questa emergenza?

Credo sia stata data una risposta straordinaria, che ha generato anche un meccanismo virtuoso: chi ha avuto in passato è venuto a dare, mentre chi aveva dato è venuto a chiedere aiuto. Tante persone che anni fa erano in difficoltà, essendo uscite dalla condizione di bisogno, ci hanno contattato in questi giorni per proporsi come volontari.

Anche i giovani hanno dato volentieri una mano…

Abbiamo fatto anche un appello ai giovani per aiutarci a confezionare 1500 kit di pasti da asporto giornaliero alla mensa fiorentina di via Baracca: hanno risposto in più di 400. E oltre a loro si sono offerti tanti cuochi, anche blasonati. Un aiuto fondamentale, considerato l’aumento dell’attività e la necessità di far rimanere a casa i volontari abituali che sono un po’ più avanti con gli anni.

Con il Covid 19 la città ha dato una nuova prova di solidarietà?

Per la preparazione dei pasti e dei pacchi alimentari, è stata fondamentale la generosità dimostrata dalle persone che hanno partecipato alla Spesa Sospesa di Unicoop Firenze e Fondazione Il Cuore si scioglie. Un altro grande segnale della Firenze solidale. Penso che la città nell’affrontare questa pandemia abbia manifestato la sua vera anima: quella della solidarietà che già nel 1200, ad esempio, aveva portato alla nascita della Misercordia. L’incremento delle disuguaglianze si farà certamente sentire nei prossimi mesi, ma la risposta solidale che Firenze ha dato finora mi fa essere ottimista. Guardandoci oggi, i nostri antenati ne sarebbero certamente fieri.

Per ulteriori informazioni:
Caritas Dicocesana Firenze, 0552763784, www.caritasfirenze.it, segreteria@caritasfirenze.it

Per aiutare chi è in difficoltà, Unicoop Firenze e Fondazione Il Cuore si scioglie onlus lanciano una raccolta alimentare straordinaria, che si terrà sabato 4 luglio in 44 supermercati Coop.fi.
Scopri di più su  www.coopfirenze.it/alimentalasolidarieta.

(A cura di Giulio Caravella e Francesco Ricceri)

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