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Chiamami adulto: come stare in relazione con gli adolescenti

Giovedì 5 giugno, alle ore 17.30, nella Sala Soci del Centro*Ponte a Greve, incontro con lo psicologo e psicoterapeuta Matteo Lancini

I reati commessi dai minorenni in Toscana negli ultimi vent’anni non sono mai stati così tanti come nel 2024 – i numeri sono stati diffusi dalla Procura dei minori -: 2347, fra rapine, violenze sessuali, cessione di stupefacenti, aggressioni con coltelli e altro ancora. Il dato, che conferma una percezione diffusa, può essere esteso anche al resto d’Italia, ma la domanda è la stessa: perché?

Se lo è chiesto anche Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, nel suo ultimo libro Chiamami adulto, sottotitolo Come stare in relazione con gli adolescenti, da poco uscito per Raffaello Cortina Editore. Il 5 giugno, alle 17.30, Matteo Lancini presenterà il suo libro Chiamami adulto, nella sala soci al Centro*Ponte a Greve, a Firenze. Ingresso libero.

Chiamami adulto. Come stare in relazione con gli adolescenti
Chiamami adulto. Come stare in relazione con gli adolescenti

E ha provato a dare una risposta: «Al di là di contesti critici o legati alla criminalità del mondo degli adulti, la violenza che ritroviamo fra i minori riguarda anche i nostri figli, quelli di famiglie “normali”, ragazzi e ragazze che non hanno dato segnali o che se li hanno dati non sono stati capiti. Questi giovani rispondono al proprio dolore con la violenza, compiuta su se stessi – sono in aumento anche i casi di autolesionismo fino al suicidio – o sugli altri, un dolore profondo di cui gli adulti non si sono accorti o non hanno voluto vedere».

Tutta colpa dei social e di internet?

Secondo alcuni la violenza in aumento è la conseguenza del tempo passato sui social, o di videogiochi brutali, o ancora dei testi rabbiosi delle canzoni trap, ma su questo Lancini non è assolutamente d’accordo: «È troppo facile scaricare la colpa su internet o sui trapper, perché gli adulti sono così concentrati sul fare che hanno disimparato come stare. Promettono dialogo ma non lo concedono. Vivono nella società onlife, perennemente attaccati a un telefono, che usano per farsi i selfie e immergersi negli stessi canali social dei figli. Quanti di loro hanno chiesto agli adolescenti con cui si rapportano chi sono, come si sentono, che cosa desiderano? La nostra è una società ipernarcisistica e individualista per cui l’altro esiste solo come lo vogliamo noi, anche i nostri figli».

Adulti fragili

In Chiamami adulto lo psicologo ribadisce la generale inconsistenza delle figure adulte di riferimento, dalla famiglia alla scuola, quest’ultima costruita a misura degli adulti e non dei ragazzi che la frequentano: «È organizzata in funzione di quello che torna utile politicamente o a livello di comunicazione. E poi è incoerente perché chiede ai ragazzi di rinunciare al telefono, mentre tutte le attività scolastiche sono on line, a partire dal registro che è appunto elettronico».

Questa incoerenza secondo Lancini comincia presto, sin dall’infanzia: «Ancora piccoli impediamo ai nostri figli di vivere le proprie emozioni, neghiamo loro di esprimerle, perché cerchiamo soluzioni di comodo per noi, per non affrontare un disagio che non sappiamo sostenere. Tristezza e rabbia non possono essere annullate, ma devono essere espresse, e gli adolescenti non cercano altro che un adulto che li sappia ascoltare e sostenere».

Come nella serie televisiva di successo internazionale, Adolescence, che ha scosso le coscienze di tanti genitori che si sono chiesti se potrebbe capitare anche a loro di trovarsi nella situazione del padre e della madre di Jamie, tredicenne con la faccia da bambino e ottimi voti a scuola che uccide una compagna perché lo aveva sottoposto a una gogna sui canali social: «Anche nella serie tv il mondo degli adulti dimostra tutta la propria fragilità e incapacità di connettersi con quello dei giovani».

In Toscana crescono le richieste di aiuto

Intanto il disagio dei più giovani raggiunge livelli mai toccati precedentemente, lo dimostrano i dati diffusi dall’Ordine degli psicologi della Toscana: secondo un’indagine elaborata in collaborazione con il laboratorio di Psicometria del Dipartimento Neurofarba dell’Università degli Studi di Firenze, la fascia d’età che ha aumentato maggiormente la richiesta di supporto psicologico nel periodo marzo 2023-marzo 2024 è quella degli adolescenti, insieme a quella dei giovani adulti. I principali motivi sono l’ansia, i problemi relazionali, l’isolamento sociale. Le richieste di aiuto ci sono: ascoltiamole.

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