Leggere la Costituzione: il contributo di giuristi e intellettuali

I pareri di: Francesco Clementi, professore ordinario di diritto pubblico italiano e comparato all’Università La Sapienza di Roma; Carlo Fusaro, professore ordinario a riposo di Diritto pubblico comparato all’Università degli Studi di Firenze; Luciano Canfora, professore emerito dell'Università di Bari; Elisabetta Catelani, docente di Diritto costituzionale all’Università di Pisa; Roberto Zaccaria, costituzionalista ed ex presidente Rai

In occasione dell’iniziativa di consegna della Costituzione italiana nei punti vendita Unicoop Firenze nelle giornate dal 30 maggio al 1° giugno, Unicoop Firenze ha raccolto il contributo di alcuni giuristi e intellettuali che si sono espressi sull’attualità della nostra Costituzione, suggerendo la lettura di alcuni articoli e evidenziando l’importanza di iniziative di promozione della cultura della Costituzione, come pilastro fondante del nostro vivere civile.

Francesco Clementi, professore ordinario di diritto pubblico italiano e comparato all’Università La Sapienza di Roma

«A settantasei anni dall’entrata in vigore della Costituzione, l’idea di distribuirla gratuitamente a tutti è un’idea che apprezzo e che condivido molto perché serve a rimarcare a tutti noi quel testo che, in fondo, è l’elemento che ci tiene tutti insieme e continua ad essere lo strumento attraverso il quale il nostro Paese, dentro l’Unione Europea, manifesta la sua identità.

Al tempo stesso la Costituzione è lo strumento con cui rimarcare cosa significa essere italiani alle nuove generazioni che, da pochi anni, sono entrate nel testo costituzionale, nella sua prima parte e, soprattutto, all’articolo 9. Per tutti noi, e in particolare per i più giovani, la Costituzione è fondamentoforzalinfa e valori per ricostruire quella scelta di vita che tanti, allora, per noi fecero e che noi oggi siamo chiamati a rinnovare il 2 giugno, festa dell’unità nazionale: una festa repubblicana ma, soprattutto, una festa di tutti. Una festa di un Paese che cerca di trovare, ancora una volta, nel testo della Costituzione, il futuro di un Paese migliore. Buona lettura del testo a tutti».

Carlo Fusaro, professore ordinario a riposo di Diritto pubblico comparato all’Università degli Studi di Firenze

«La nostra Costituzione è costituita di tre parti: i principi fondamentali, i diritti e doveri dei cittadini e la parte organizzativa. A un lettore non pratico di testi giuridici suggerirei di leggere i primi tre articoli che esprimono alcuni valori fondamentali e inderogabili: il principio democratico, quello della sovranità popolare, i diritti inviolabili dell’uomo, il principio di uguaglianza che dà il compito, alle istituzioni ma anche ai cittadini, di rimuovere quegli ostacoli che impediscono ad alcune persone di affermare il proprio sviluppo e la propria personalità. Questi tre articoli costruiscono una visione complessiva sul nostro vivere civile, perché includono anche gli obblighi di solidarietà e il riferimento ai doveri, come naturale contropartita ai diritti.

Un’iniziativa di distribuzione come quella promossa da Unicoop Firenze sarà un’opportunità in più per tanti, per riprendere in mano la nostra bella Costituzione e leggerla, cogliendone la sua attualità e la forza permanente, anzi direi eterna, dei suoi principi, ma anche per far capire che, in altre parti, la nostra Costituzione ha bisogno di manutenzione, di essere cioè attualizzata, in particolare per quanto riguarda la parte organizzativa, dall’articolo 55 in poi.

Del resto, proprio la nostra Costituzione, all’articolo 45, chiama in causa la cooperazione di cui riconosce la funzione sociale da realizzare rendendo sempre più partecipi delle scelte i soci consumatori, così da mantenere netta la distinzione fra la Coop come grande supermercato e tutte le altre imprese del settore. Non sempre è facile ma un’azione come questa, di distribuzione della Costituzione, può essere un contributo per marcare questa differenza».

Luciano Canfora, professore emerito dell’Università di Bari

«Rileggere la nostra Costituzione è importante, per consolidare quei principi democratici che essa esprime. Intanto andrebbe spiegata, articolo per articolo, in tutte le scuole dove c’era, e c’è tutt’ora, una disciplina chiamata, appunto, educazione civica. Per darle ancora più forza, questa disciplina andrebbe integrata nell’insegnamento della storia che si studia in tutte le scuole. Riprendere in mano la carta costituzionale e rileggerla è una cosa che tutti dovrebbero fare, oggi più che mai che la Costituzione, come ordinamento, è a rischio. La proposta di riforma, in direzione del premierato, scardina gli equilibri attuali: crea un’altra Costituzione senza apertamente abbattere questa ma svuotandola e trasformandola. La storia ci dimostra che la democrazia rischia sempre, in alcune parti del mondo in particolare, ma anche nel nostro Paese: democratico non è un sistema costituzionale, è piuttosto un rapporto di forze. Quanto contano o non contano le persone non possidenti, questo è la democrazia, come diceva già Aristotele. L’emancipazione, che vuole dire democrazia e libertà insieme, è molto faticosa e rimessa in discussione continuamente. Questa è la storia di un concetto che non avrà mai fine e che riguarda davvero tutti noi».

Elisabetta Catelani, docente di Diritto costituzionale all’Università di Pisa

«Inostri costituenti non sono stati soltanto previdenti, ma lungimiranti, perché dopo più di 75 anni dall’approvazione della nostra Carta costituzionale la maggior parte delle norme sono non soltanto attuali, ma hanno avuto la capacità di adattarsi alle inevitabili trasformazioni che nel corso del tempo si sono realizzate. Tra le tante norme, penso all’articolo 21 dove si riconosce la libertà di manifestazione del pensiero con “qualunque mezzo di diffusione”. Una norma che ha consentito di adattarsi alle tante trasformazioni tecnologiche nei mezzi di comunicazione e che fra l’altro consente oggi di comprendere nella tutela anche le comunicazioni tramite cellulare, e-mail, piattaforme social, cioè tutti gli strumenti di comunicazione che usiamo oggi.

Voglio citare anche l’articolo 37 della Costituzione, che tutela il lavoro della donna, perché si fa riferimento al riconoscimento della possibilità da parte della donna di svolgere il proprio lavoro, con parità di retribuzione rispetto all’uomo, anche tenendo conto della sua “essenziale funzione familiare”. Una norma che potrebbe oggi apparire non più rispondente alla situazione attuale, e anche durante i lavori in Assemblea costituente si dubitò in parte del suo contenuto con riguardo alla “funzione familiare”. A tutt’oggi, la disparità di retribuzione fra uomini e donne è un dato, purtroppo, esistente e quindi la norma costituzionale ha ancora spazio per produrre i suoi effetti».

Roberto Zaccaria, costituzionalista ed ex presidente Rai

«Trovo che questa iniziativa di distribuzione, promossa da Unicoop Firenze, sia davvero molto motivante perché porta la Costituzione nelle mani e nelle case di tante persone, proprio nei giorni in cui si celebra la festa della nostra Repubblica. È importante che chi la consegna la senta come qualcosa di suo, come se fosse un dono prezioso che affida a un amico.

La Costituzione è così preziosa che va maneggiata con cura: la cura significa conoscerla, leggerla, tenerla sul tavolo dove si lavora o in casa e regalarla a qualcuno che ci è caro. A un lettore non pratico di testi giuridici suggerirei di leggerla inquadrando i suoi tre momenti fondamentali: la prima parte, dei diritti fondamentali, e le premesse che sono nei primi tre articoli; la parte che riguarda la forma di governo e la parte finale che riguarda le garanzie. Se queste tre parti stanno insieme, la Costituzione sta in equilibrio come un tavolo a tre gambe: senza una di queste, la Costituzione perde il suo equilibrio e cade».

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