Difficoltà ad addormentarsi, frequenti risvegli notturni, incubi ricorrenti:in questi ultimi mesi sono fenomeni frequenti vissuti da tutti e rilevati anche dall’Ordine degli psicologi della Toscana che ha raccolto molte richieste di aiuto in merito dai cittadini toscani. Emergenza e auto-isolamento hanno avuto ricadute sul ritmo sonno-veglia e pregiudicato il riposo notturno, fondamentale per una buona qualità di vita diurna. Abbiamo intervistato Tommaso Fanzone, psicologo, psicoterapeuta e consigliere dell’Ordine degli psicologi della Toscana, per avere un quadro della situazione e per qualche consiglio su come affrontare il problema.
Il virus delle “notti in bianco”: come ha influito l’emergenza sul sonno delle persone?
Sicuramente ha prodotto un grande impatto, soprattutto nella fase iniziale, in cui incertezza e ansia erano elevate, il cervello ha avuto difficoltà nell’elaborare la situazione e ha continuato “a lavorarci” anche di notte, rendendola problematica per molti.
Quale il polso della situazione dal vostro Osservatorio dell’Ordine degli psicologi della Toscana?
Molte persone si sono rivolte alle linee telefoniche Covid-19 dell’Ordine per segnalare difficoltà ad addormentarsi e risvegli notturni improvvisi. Durante tutto il lockdown, la disorganizzazione della quotidianità e i problemi di gestione dell’emergenza hanno fatto saltare il meccanismo sonno veglia, provocando spesso una vera e propria alterazione dei ritmi circadiani.
Chi ha colpito in particolare l’insonnia?
Ha colpito indistintamente tutte le fasce di popolazione, ognuna in modo diverso: gli adulti, ad esempio, hanno subito un aumento dell’ansia per i timori legati alla salute, le responsabilità verso i familiari e la perdita del lavoro. Gli anziani hanno accusato molto la mancanza dei propri familiari e la paura di essere abbandonati.I bambini hanno manifestando paura di dormire da soli o di fare sogni brutti legati all’angoscia di perdere mamma e papà.
Consigli pratici per gestirla fra le quattro mura?
Si può cominciare impostando la sveglia verso le 7 7:30, cercando di non andare a dormire oltre mezzanotte, per dormire circa 8 ore. È importante non assumere troppe sostanze eccitanti e mai oltre le 17. Inoltre occorre mantenere un ritmo della giornata intenso, pieno di impegni per non lasciare troppo spazio ai pensieri negativi. Dove possibile, un’attività fisica, tre quattro volte la settimana, aiuta a scaricare lo stress. Se il fenomeno si ripete per 3, 4 notti di seguito, occorre contattare il proprio medico curante e valutare il ricorso a uno specialista psicologo psicoterapeuta.
Sonno e sogni: quali i più ricorrenti in questo periodo?
Per gli adulti il pensiero del virus si è tradotto nel sogno ricorrente di ammalarsi, di ritrovarsi all’ospedale o di non poter proteggere i propri cari. Per i bambini, il sogno ricorrente è stato l’assenza dei genitori o la paura di restare soli in situazioni di pericolo. Come accade un po’ nelle fiabe, il virus è diventato il drago, il mostro, il cerchio di fuoco attraverso cui saltare, da soli.
Un punto di ascolto in aiuto per i cittadini
L’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (Aims) ha aperto un servizio telematico di supporto, con esperti che rispondono via Skype o email alle richieste di informazioni e consigli.
Punto di ascolto è aperto tutti i giorni dalle 10 alle 11 e dalle 18 alle 19.
Un questionario on line per aiutare la ricerca
L’Aims ha avviato anche lo studio “Il benessere del sonno al tempo del coronavirus”. Per partecipare basta riempire un questionario online e una volta al mese per sei mesi. I risultati dell’indagine serviranno anche migliorare gli interventi degli esperti nei prossimi mesi.