Leggo, con sconcerto e stupore, l’articolo sul Memoriale italiano di Auschwitz (“Informatore” di gennaio 2019, p. 11), dove si scrive che le autorità polacche lo hanno sfrattato “perché non considerato in linea con le finalità pedagogiche e illustrative del campo”. Spero che si tratti solo di disinformazione e non di implicita giustificazione della decisione delle autorità polacche. La triste e penosa verità è che vari governi italiani (ahimè anche di centrosinistra) hanno accettato prima che la Polonia tenesse chiuso per anni il Memoriale italiano e poi che la stessa ne imponesse la rimozione: si tratta di un’opera d’arte alla cui realizzazione contribuirono non solo Primo Levi e Luigi Nono ma anche Nelo Risi e Ludovico Belgiojoso.
Giovanni P. – Colle di Val d’Elsa (SI)
Proprio perché quest’opera d’arte, preziosa anche e soprattutto per il messaggio e l’insegnamento che trasmette, ci sta a cuore, Unicoop Firenze ha deciso di contribuire al suo restauro con una raccolta fondi. Una serie di iniziative sul territorio realizzate in collaborazione con l’Aned, la Comunità ebraica, l’Anpi e con le sezioni soci di Unicoop Firenze contribuirà a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di questo straordinario tributo alla memoria di tutti i deportati e delle vittime della disumanità nazifascista.
La raccolta fondi è partita il 27 gennaio, Giorno della memoria, e proseguirà fino al 27 marzo. La speranza è di poter aprire al pubblico il Memoriale, ospitato nel Centro Ex3 a Firenze accanto al Centro*Gavinana, il 25 aprile anniversario della Liberazione. Lungi da noi, dunque, voler giustificare la decisione delle autorità polacche, come testimoniano le nostre scelte in favore del Memoriale.