Piedi piatti nei bambini: quando rivolgersi allo specialista?

Intervista a Caterina Novella Abati, ortopedica dell'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze

Ospedale pediatrico Meyer
Ospedale pediatrico Meyer
Consigli di salute e alimentazione nell'infanzia in collaborazione con i medici del Meyer di Firenze.

La maggior parte dei bambini nasce con i piedi piatti, che iniziano ad assumere la loro conformazione caratteristica solo più avanti. Fa parte della fisiologia, ma spesso crea qualche apprensione nei genitori.

Caterina Novella Abati, ortopedica dell’Ospedale Meyer di Firenze, spiega le tappe dello sviluppo del piede e come affrontare eventuali campanelli d’allarme.

Cosa si intende per “piede piatto”? Fino a che età è fisiologico?

Il piede piatto consiste in una diminuzione della volta plantare associata a un valgismo del retropiede: i genitori notano che, nel camminare, i piedi del bambino ruotano verso l’interno o consumano in modo asimmetrico le scarpe.
La pronazione (cioè la rotazione verso l’interno del piede durante la deambulazione), che è fisiologica in alcune fasi del passo, può essere prevalente (cioè presente in più fasi del passo rispetto al fisiologico) o persistente (sempre presente durante le fasi del passo). Lo specialista valuta queste caratteristiche durante la visita ortopedica, osservando il bambino fermo, mentre cammina e quando è sulle punte. Attenzione però: fino ai 3 anni il piede piatto è fisiologico, perché solo successivamente inizia a formarsi la volta plantare.

Può spiegare meglio?

Durante l’età pediatrica un’alta percentuale di bambini ha un piede piatto transitorio destinato a risolversi a crescita ultimata, perché l’arcata plantare tende a crearsi spontaneamente nei primi dieci anni di vita. In una minoranza di soggetti potrà persistere anche nell’età adulta senza però dar luogo ad alcun sintomo. Invece, in una piccola percentuale di soggetti potranno comparire sintomi, come dolore a livello del piede o del ginocchio e sensazione frequente di fatica.

Quali sono i campanelli d’allarme che devono spingerci a un consulto medico?

Sono da non sottovalutare dolore o rigidità a livello del piede, o ancora dolore a livello del ginocchio e una tendenza a stancarsi che limita le normali attività del bambino. In questi casi, si consiglia una valutazione ortopedica.

Riguarda uno o entrambi i piedi?

Di solito sono coinvolti entrambi i piedi in modo simmetrico. Se invece il bambino presenta un coinvolgimento asimmetrico, oppure solo un piede rigido e contratto, potrebbe essere secondario a patologie neuromuscolari, di sinostosi (fusione anormale delle ossa, ndr) o conseguenza del piede torto. In tutti questi casi, comunque, è bene consultare uno specialista.

Come si cura?

I piedi piatti che necessitano un trattamento sono il piede piatto flessibile, ma solo se il bambino lamenta difficoltà, e cioè se questa sua condizione gli crea un disagio. Il trattamento può essere conservativo o chirurgico. Il percorso conservativo prevede l’uso di plantari (con l’unico scopo di alleviare i sintomi), stretching e fisioterapia. In pazienti fra i 9 e 14 anni con piede piatto sintomatico, si può ricorrere al trattamento chirurgico. Attenzione però: la chirurgia non può essere preventiva, ma solo terapeutica e dal tipo di piede piatto dipende la modalità di intervento che può essere a livello osseo o anche dei tessuti molli.

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