Le infezioni sessualmente trasmissibili nell’adolescenza

Ne abbiamo discusso con la dott.ssa Erica Bencini, responsabile della Ginecologia pediatrica dell'Ospedale Meyer

Ospedale pediatrico Meyer
Ospedale pediatrico Meyer
Consigli di salute e alimentazione nell'infanzia in collaborazione con i medici del Meyer di Firenze.

Le Infezioni sessualmente trasmesse (Ist) sono un problema, anche tra i giovanissimi. Abbiano affrontato l’argomento con la dottoressa Erica Bencini, responsabile della Ginecologia Pediatrica dell’Ospedale Meyer.

Quali sono i rischi per gli adolescenti?
La possibilità di contrarre un’infezione a trasmissione sessuale  è particolarmente elevata fra i più giovani, con l’inizio precoce dei rapporti e a causa di alcuni comportamenti tipici di questa fascia di età, come la promiscuità, l’uso di alcol e droghe, il sesso orale e soprattutto l’assenza di protezione.

Perché è importante riconoscere le infezioni?
Sono patologie che in prevalenza interessano l’apparato genitale e urinario, ma a volte si manifestano anche a livello sistemico. Se non curate, possono sviluppare infiammazioni pelviche che comportano danni permanenti (l’occlusione tubarica è la conseguenza più temibile), con dolore cronico, infertilità tubarica e rischio di gravidanze extrauterine.

Quali i campanelli d’allarme?
Spesso le infiammazioni sessualmente trasmissibili sono asintomatiche, motivo ulteriore dell’ampia diffusione della malattia. Quando presenti, i sintomi possono essere rappresentati da leucorrea (che dà perdite vaginali biancastre), prurito, eritema vulvare e vaginale, dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali), disuria (disturbi urinari).

Quali sono le infezioni più frequenti?
Sono molte, purtroppo: la gonorrea, la Clamydia trachomatis, che è la più frequente tra quelle di origine batterica; la Trichomonas vaginalis, cioè la malattia sessualmente trasmissibile non virale più comune a livello mondiale; la sifilide, che si presenta con una papula nel punto in cui avviene l’infezione batterica e in seguito ad abrasione forma un’ulcera non dolente. Poi ci sono gli Herpes virus, che possono provocare l’Herpes genitale di tipo Hsv-1 e Hsv-2. La lesione muco-cutanea tipica è rappresentata da vescicole molto pruriginose e sono frequenti le recidive. Non dimentichiamo ovviamente l’Hiv e le vaginosi batteriche. E un discorso a sé lo merita il Papilloma virus (Hpv).

Perché è tanto importante prevenire l’Hpv?
Quella da Papilloma virus è la più frequente infezione virale sessualmente trasmessa. Le persone che contraggono l’Hpv di solito eliminano l’infezione spontaneamente, ma possono derivare lesioni benigne (condilomi e papillomi) o maligne, di tipo displasico o tumorale. Due tipi di Papilloma virus (16 e 18) sono la causa del 70% dei tumori del collo dell’utero.

Come si riconoscono?
I test impiegati nello screening per il tumore del collo dell’utero causati dall’Hpv sono attualmente il Pap-test e il test per Papilloma virus (Hpv-Dna test). La prevenzione primaria di tale infezione inizia con la vaccinazione per l’Hpv nella fascia di età compresa tra 9 e 13 anni, ovvero prima che si diventi sessualmente attivi.

Quali sono le strategie per la prevenzione?
Nell’approccio con gli adolescenti è fondamentale facilitare l’accesso ai servizi sanitari, garantire la riservatezza e offrire spazi e tempi adeguati per un percorso di prevenzione efficace che permetta di integrare l’educazione sessuale anche nella pratica clinica.

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