Orzaioli e calazi sono fastidi degli occhi frequenti nell’età pediatrica: Roberto Caputo, responsabile dell’Oftalmologia pediatrica del Meyer, spiega come si trattano e cosa possiamo fare per provare a limitarli. Ma partiamo dalle basi.
Orzaiolo e calazio sono la stessa cosa?
No. Per orzaiolo intendiamo un’infezione acuta di una ghiandola del bordo palpebrale, con formazione di pus, generalmente dovuta agli stafilococchi. Il calazio è invece una cisti lipogranulomatosa di una specifica ghiandola palpebrale (ghiandola di Meibomio) con andamento cronico. Può avere una prima fase con un’importante componente infettiva, per poi trasformarsi in una cisti granulomatosa.
Che disturbi danno?
Da un punto di vista della sintomatologia si differenziano in modo abbastanza netto. L’orzaiolo, essendo un’infezione acuta, si manifesta con dolore al bordo palpebrale che aumenta con la pressione, gonfiore e arrossamento della palpebra e formazione di una punta giallastra sul bordo, indice della ghiandola che si è infettata. Il calazio invece ha un andamento più cronico: si forma una cisti che può essere visibile dall’esterno, oppure soltanto nella parte interna della palpebra. La consistenza è dura-elastica con arrossamento e talvolta desquamazione della cute sovrastante. Se si superficializza, si intravede il colore giallastro della cisti. Può essere leggermente dolorante nella fase iniziale, ma generalmente non provoca dolore.
Da cosa derivano?
In realtà l’unica causa certa che sappiamo essere collegata a calazi e orzaioli è la presenza di blefarite, ossia un’infiammazione del bordo palpebrale. Spesso però si formano senza una causa evidente. Talvolta possono essere collegati a un cambio di regime alimentare, oppure ad alterazioni del transito intestinale, ma non sempre è evidente una correlazione così diretta.
Come si curano?
Nella fase acuta, soprattutto per l’orzaiolo, il trattamento è con antibiotici locali in collirio o, meglio, in pomata. Per il calazio, soltanto dopo la visita oculistica può essere aggiunto un cortisonico locale. Questi trattamenti sono più efficaci se associati a impacchi umidi e tiepidi, ma sappiamo bene che è estremamente complicato farli ai bambini. Il trattamento migliore però è la prevenzione, che mira ad avere un sistema digestivo in ordine, con alimentazione ben controllata, riducendo i grassi di origine animale con l’eventuale aggiunta di probiotici. La pulizia del bordo palpebrale è il sistema di prevenzione più efficace, perché aiuta a mantenere liberi gli sbocchi delle ghiandole e a impedire la formazione della cisti. Poiché la pulizia sarebbe più efficace dopo un impacco, ma come abbiamo detto i bambini mal li tollerano, consiglio una pulizia accurata dopo una doccia o un bagno caldo. La pulizia può essere fatta con garze e soluzione fisiologica, oppure, in modo più efficace, con garze già pronte che si acquistano in farmacia.
In pillole
- Operazione “palpebre pulite”: una buona arma di prevenzione è la pulizia del bordo delle palpebre.
- Il trucco: la pulizia è più efficace dopo un impacco umido e tiepido.
- Occhio alla dieta: un regime alimentare controllato può essere d’aiuto nella prevenzione.