Le piante urticanti sono una realtà più comune di quanto si possa pensare, ma spesso non si è consapevoli dei pericoli che alcune di esse rappresentano per la pelle. Ne abbiamo parlato con Greta Tronconi, dermatologa dell’Aou Meyer Irccs.
Quali sono le piante urticanti più diffuse?
La più famosa è senza dubbio l’ortica (Urtica dioica). La sua superficie è ricoperta da peli sottili che, a contatto con la pelle, rilasciano sostanze chimiche come istamina, acetilcolina e formico che provocano un’irritazione immediata. Altre sono il Rhus toxicodendron (conosciuta anche come sommacco velenoso): comune nelle zone temperate e subtropicali, ha foglie simili a quelle della quercia ma è molto più pericolosa per la pelle. Il contatto con la linfa di questa pianta può causare una grave dermatite, accompagnata da prurito e vesciche.
C’è poi il Giant Hogweed (Heracleum mantegazzianum): originaria dell’Asia, è stata introdotta in Europa e Nord America come pianta ornamentale. La sua linfa, se entra in contatto con la pelle e successivamente esposta al sole, provoca gravi ustioni, con possibile formazione di cicatrici permanenti. Da citare anche la Datura: conosciuta anche come “belladonna degli incubi”, è una pianta velenosa il cui contatto può irritare la pelle.
Sebbene non sia così comune come l’ortica, è altrettanto pericolosa per i suoi effetti tossici. Meno nota, ma altrettanto irritante per la pelle, è la Centaurea solstitialis (cardo giallo): i suoi aculei pungenti possono causare eritemi e reazioni allergiche in persone sensibili.
Che reazioni possono provocare?
Il contatto con una pianta urticante provoca una reazione di tipo infiammatorio, con sintomi che vanno da una semplice sensazione di prurito a vere e proprie ustioni. Generalmente i sintomi includono prurito intenso, arrossamento della zona colpita, bruciore e gonfiore, sviluppo di vesciche o pomfi.
Nei casi più gravi, come nel caso del contatto con il Giant Hogweed, si possono verificare ustioni di secondo grado e danni permanenti alla pelle. Le reazioni possono variare in intensità a seconda della pianta, del tipo di pelle della persona e della durata del contatto.
Cosa fare dopo il contatto con una pianta urticante?
In questi casi è fondamentale agire prontamente per limitare i danni e alleviare il fastidio, rimuovendo i residui della pianta, lavando la parte ferita con acqua e sapone e mettendo infine un prodotto calmante. Solo nei casi più gravi, e su consiglio del medico, assumere antistaminici orali.
Quando andare in pronto soccorso?
In alcuni casi il contatto con piante urticanti può richiedere l’intervento del pronto soccorso. I segnali di allarme includono reazioni gravi come difficoltà respiratorie o a deglutire, vertigini, gonfiore eccessivo (particolarmente in caso di reazione allergica grave), se si sviluppano vesciche estese o ustioni gravi che non migliorano con il trattamento domiciliare.
In caso di contatto con il Giant Hogweed, se si verificano segni di ustioni o l’irritazione si diffonde rapidamente. Anche se il contatto con una pianta urticante può sembrare un incidente banale, è importante non sottovalutare le reazioni che si verificano. In caso di dubbi (ad esempio se si sospetta anche un’ingestione) la valutazione di un medico è sempre la scelta migliore per evitare complicazioni.
Cosa fare?
- Rimuovere i residui della pianta: se il contatto è con una pianta dai peli urticanti come l’ortica, il primo passo da fare. Usare guanti o un panno per evitare di toccare la zona infetta con le mani nude.
- Lavare con acqua e sapone: sciacquare con abbondante acqua fredda per rimuovere eventuali sostanze chimiche, poi usare il sapone per neutralizzare la linfa o gli agenti urticanti.
- Applicare un gel lenitivo: a base di aloe vera, camomilla o un antistaminico topico per ridurre il prurito e il gonfiore.
- Evitare il sole: nel caso di piante come il Giant Hogweed, la linfa può sensibilizzare la pelle e provocare gravi scottature.
- Antistaminici orali: su indicazione del medico, se il prurito e l’irritazione sono particolarmente intensi.