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Trama
In questo romanzo autobiografico pubblicato nel 1906, Sibilla Aleramo ricostruisce le vicende drammatiche della sua formazione e presa di coscienza come donna e pioniera del femminismo in Italia.
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I personaggi
A partire dalla protagonista stessa, nessun nome proprio compare nella narrazione.
Non conosciamo il nome del padre, che dapprima la beneficia di un’istruzione scientifica, educandola all’autoaffermazione, assumendola poi a lavorare nella sua fabbrica – forse per riscattarla dall’abbandono scolastico imposto dal trasferimento al meridione.
La rottura di questo rapporto privilegiato, quando la figlia viene a conoscenza dell’adulterio paterno, darà il via al suo licenziamento, al corteggiamento-stupro da parte del compagno di ufficio e di conseguenza a un matrimonio senza amore, fatto di chiusura alla vita e rassegnazione a subire le prevaricazioni, l’ostracismo e la gelosia maritale.
Il rapporto con la madre, vittima che si sacrifica per i figli, è complicato sin dall’infanzia ma la distanza si acuisce dopo il suo tentato suicidio; solo verso la fine, dopo aver vissuto le stesse oppressioni, questa figura viene compresa, rivalutata e riabilitata.
Non ha un nome nemmeno l’amatissimo figlio, la cui nascita e crescita porta catarsi, forza e vitalità alla protagonista. La scelta atroce di separarsi dal bambino, nel momento dell’abbandono del tetto coniugale, è il prezzo altissimo che la donna paga per vivere: al bivio tra la morte o la pazzia, va incontro alla propria salvezza.
Anche le figure amicali restano anonime: la disegnatrice norvegese; il dottore toscano, con cui c’è intesa e sintonia; la anziana domestica; poi la “vecchia mamma” mazziniana e il cosiddetto Profeta, per il quale la protagonista nutre una sorta di aspirazione.
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La citazione degna di nota
“Femminismo!” esclamava ella. “Organizzazione di operaie, legislazione del lavoro, emancipazione legale, divorzio, voto amministrativo e politico… Tutto questo, sì, è un compito immenso, eppure non è che la superficie: bisogna riformare la coscienza dell’uomo, creare quella della donna!” (pag. 116)
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Le nostre riflessioni
“Una Donna” è un libro difficile, struggente, scritto con il linguaggio ampolloso tipico del fine secolo, eppure leggibile e soprattutto attuale nella tematica delle violenze in famiglia.
Tuttavia non c’è unanimità nel nostro gruppo sull’interpretazione delle vicende narrate in questa autobiografia e sul personaggio storico di Sibilla Aleramo.
C’è chi lo ha letto o riletto con piacere e lo definisce un libro importante, una vita straordinaria; chi invece leggendolo ha provato un senso di soffocamento.
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Lo consigliamo a...
Alle nuove generazioni, in particolare a tutte le ragazze e giovani donne
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Le parole chiave del libro
Violenze domestiche
parità di genere
emancipazione
Femminismo
disprezzo