Trama
Sheila ha sei anni, è figlia di una madre giovanissima e di un padre alcolizzato e violento. La bimba ha un carattere forte, una personalità e un ingegno molto acuti, il rapporto con lei pone delle sfide non facili. Sheila non piange mai, non lega facilmente con nessuno, ma la sua intelligenza supera di gran lunga quella di un bambino di 6 anni e nel giro di poco tempo questo suo ingegno emerge con forza.
Abbandonata ai bordi di una strada dalla madre, che fugge dal padre di Sheila portandosi dietro il figlioletto maschio, amatissimo fratellino di Sheila, la bimba capita per caso nella classe di Torey in seguito a un atto gravissimo di violenza da lei commesso su un bambino di 3 anni. In realtà era destinata a un reparto psichiatrico, nel quale in quel momento non erano disponibili posti liberi.
Sheila mostra segni di estrema trascuratezza nella cura, è sporca, non sa come relazionarsi con gli altri, è violenta, ma anche molto impaurita. Viene destinata alla classe speciale di Torey in un periodo storico in cui in America esistevano ancora le classi separate per bambini con problematiche psichiatriche o disabilità di vario tipo.
Torey ha però soltanto un assistente, Anton, e una giovanissima stagista, Withney, che l’aiutano con circa 10 bambini, ognuno con un problema diverso e disabilità fisiche e mentali che richiedono una cura e un’assistenza continua. Non ha molte risorse per Sheila. Il preside della scuola inizialmente non si rivela sensibile e sottopone Sheila a pene corporali, ogni qual volta Sheila si ribella. All’epoca erano ancora permesse dalla legge.
Le premesse per il recupero di Sheila non sono favorevoli, ma la sensibilità di Torey viene fortemente colpita da Sheila e dalla sua storia. Con il suo compagno, Chad, un avvocato coraggioso e sensibile, Torey affronterà la sua battaglia per salvare la bambina dai reparti psichiatrici e per inserirla nella scuola normale, dove Sheila completerà la sua educazione.
Il libro non è propriamente un romanzo, è piuttosto una testimonianza, con elementi romanzati, di un percorso di rinascita. È la descrizione magistrale della presa in carico di una situazione difficile e dell’impatto emotivo che questa azione ha su tutte le persone coinvolte. È la descrizione di un atto di amore fortissimo e reciproco fra un’educatrice e la sua allieva.È un esempio di scuola fondata sulla valorizzazione delle risorse di ognuno e sulla forza del gruppo.
L’anno scolastico trascorso nella classe speciale di Torey Hayden è un’esperienza di salvezza per Sheila che in seguito, pur con tante difficoltà, riuscirà a crescere come una persona equilibrata e forte. Sheila oggi è una persona adulta, che vive e lavora in modo autonomo.
Le nostre riflessioni
I partecipanti del circolo sono rimasti molto coinvolti da questo racconto e hanno commentato sia i personaggi che l’ambiente, oltre a un sistema scolastico di un’America inimmaginabile, dove negli anni Settanta-Ottanta, erano permesse le pene corporali, dove le famiglie disagiate sembrano essere lasciate abbandonate a se stesse, al di là di forme di carità personali.Un’America che dà di sé un’immagine non certo progressista e innovativa. Molte le domande dei partecipanti sulla realtà americana di quegli anni, sul sistema educativo, sulla scuola.
Nella discussione è emerso anche il confronto con la situazione italiana: com’era la scuola da noi? Dove venivano accolti i bambini violentati, molestati, abbandonati? Cosa faceva la società, la sanità, i servizi sociali?
Fra i personaggi oggetto di osservazione, oltre a Sheila, è stata sottolineata la figura della maestra Torey, che rivela tutta la sua umanità ed in questo sta la sua grande professionalità: nel mettersi in discussione, nell’accettare e prendere in considerazione i suoi limiti, nell’essere sempre attenta ai “suoi” bambini, ma anche a non farsi travolgere dal contesto di estrema sofferenza nel quale si muove.
Il padre di Sheila è un uomo che suscita sentimenti di rabbia, ma anche di compassione e di vicinanza per il suo percorso di miglioramento.
Apprezzata anche la figura del compagno di Sheila, Chad, un avvocato che inizialmente si limita ad ascoltare la compagna Torey e poi agisce in prima persona nel momento in cui è necessario evitare che Sheila venga trasferita in un ospedale psichiatrico a discapito della sua educazione.
Altri commenti interessanti da parte dei partecipanti hanno avuto come oggetto la forza dei bambini e dei ragazzi, che nonostante situazioni difficili, al limite della sopravvivenza, trovano la chiave per evolversi e crescere.
Talvolta il libro eccede nel sentimentalismo e nella commozione ma, se davvero la storia è questa, la commozione sgorga dalle vicende stesse e non dal racconto di esse.
Lo consigliamo a...
A tutti, in particolare agli insegnanti.
L'autore del libro
Torey Hayden, è un’ insegnante e ricercatrice americana specializzata in disturbi emotivi e abusi su minori. Nel 1980 inizia a scrivere il libro Una bambina (One child) che costituisce il primo di una serie di libri-testimonianza basati su storie vere. One child è stato scritto in 40 giorni e subito pubblicato con un enorme successo e diffusione a livello mondiale. In Italia Una bambina esce nel 1993. Torey Hayden vive da molti anni in Inghilterra.