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Un posto tranquillo

Un posto tranquillo

Autore Seicho Matsumoto

Casa editrice Adelphi, 2020

Pagine 195

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop di Empoli

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Ambientata nel Giappone degli anni Settanta, la storia si apre con un cadavere: la bella e giovane Eiko muore d’infarto e la notizia è comunicata al marito Tsuneo Asai durante una cena d’affari.Asai resta turbato ma impassibile: il loro era un matrimonio tra persone fondamentalmente estranee, basato sulle apparenze, senza condivisione né intimità.

Eiko era già da tempo malata di cuore eppure le circostanze della sua morte, avvenuta in un quartiere di Tokyo un po’ fuori mano, vicino ad un albergo a ore, gettano un’ombra sulla sua figura timida e riservata. Anche se morta per cause naturali, ad Asai sembra strano il luogo del decesso, una profumeria posta in una strada in salita in un quartiere lontano da casa.

Che ci faceva sua moglie in quel quartiere? Perché lei, malata di cuore e attenta a non fare sforzi, aveva affrontato quella salita? Chi doveva incontrare? Da qui nasce il sospetto che la moglie nascondesse un’altra vita in un crescendo di tensione, colpi di scena e inattesa ferocia che sorprenderà anche il più accanito lettore di noir.

La citazione degna di nota

Le donne della sua età si portavano dietro il loro passato, con cui inevitabilmente si sarebbe dovuto confrontare. E questo non prometteva bene. D’altra parte, nemmeno una donna troppo insignificante e tranquilla avrebbe fatto al caso suo. Asai era tutto fuorché estroverso e con una donna simile a lui l’atmosfera in casa sarebbe stata grigia e noiosa. Avrebbe voluto una moglie simpatica, intelligente, cordiale e femminile, ma un funzionario pubblico di più di quarant’anni e al terzo matrimonio non poteva certo aspirare a tanto. Di questo ne era consapevole e non si aspettava granché dal futuro.

Le nostre riflessioni

Spesso definito il ‘Simenon giapponese’ per il suo stile di scrittura e per le trame in cui il giallo si tinge di noir, l’autore Seicho Matsumoto ha lasciato nel gruppo impressioni ambigue. Ma ambigui sono tutti gli elementi che compongono questo libro: il genere, la trama, i personaggi, gli ambienti.

La scrittura abbraccia più generi letterari e allo stesso tempo riesce a mescolare sapientemente indagini, mistero, vendetta, in uno stile moderno nonostante le sue opere abbiano preso vita diversi decenni fa. Un romanzo dalle molteplici sfumature che durante la lettura si rivela sempre più complesso, sia dal punto di vista della storia da svelare che per le riflessioni e i temi a cui si apre la narrazione. Per lo stile e l’intreccio della storia ci ha ricordato le opere di Edgar Allan Poe e Arthur Conan Doyle.

Tutti i personaggi principali risultano sgradevoli e respingenti ma ben descritti: se Eiko prende forma e identità quando di lei restano soltanto il mistero e l’assenza, accompagniamo Asai, il protagonista, nella lenta metamorfosi da virtuoso funzionario a ossessionato investigatore che sprofonda nei labirinti della sua mente verso una conclusione fatale. Asai appare fin da subito un personaggio inquietante e mentre lo seguiamo nella sua frenetica ricerca di verità, ci troviamo poco a poco anche noi lettori invischiati nei suoi dubbi: riflessioni e paure talmente verosimili a quelle quotidiane di ognuno di noi che la distanza percepita inizialmente verso questo personaggio si assottiglia pagina dopo pagina.

Tra i tanti temi: la complessità e le contraddizioni del Giappone, le rigide gerarchie, il lavoro sempre prima di tutto, il rapporto tra uomo e donna e il rispetto delle apparenze, quelle apparenze che spingono il protagonista verso la sua ossessione. Ci hanno colpito anche le dettagliate descrizioni dei paesaggi e delle abitudini, una efficace ricostruzione di quella cultura giapponese che a noi occidentali appare talvolta fredda e distaccata tanto che per alcune di noi la mancanza di sentimenti positivi è risultata spiazzante così come la difficoltà di memorizzare e contestualizzare parole e nomi. Enigmatico anche il titolo: nel libro non si fa riferimento a posti tranquilli, anzi, anche quelli che dovrebbero esserlo si rivelano oscuri e pericolosi e anche una strada in salita diventa metafora della salita fisica e mentale dei protagonisti…

In questo groviglio di ambiguità non poteva non generare perplessità anche l’inatteso finale ma l’autore si è comunque dimostrato un grande scrittore creando un romanzo giallo senza investigatore e senza assassinio. Insomma, se le vostre giornate vi sembrano piatte e noiose questo è il romanzo che fa per voi.

Lo consigliamo a...

Chi vuol sperimentare un nuovo stile del genere giallo.
Chi vuol conoscere una cultura diversa.
Chi vuol scoprire nuovi e inediti autori di gialli e noir.

Le parole chiave del libro

Ossessione

salita

metodo Haiku

formalità

apparenza