Trama
All’alba del 3 luglio 1936, in una Firenze ancora avvolta nella nebbia, il tranviere Ettore Becchi trova il cadavere di una giovane donna sulle rive dell’Arno. È il primo caso del vicecommissario Vitaliano Draghi, che un giorno sì e un giorno no si pente di aver mollato la letteratura per la criminologia, soprattutto quando scopre che la vittima è la giovane moglie del senator Bistacchi, vicinissimo al Duce.
I suoi superiori sono assenti, il caso è importante e delicato: per questo chiede la collaborazione di Pietro Bensi, il contadino della fattoria nel Chianti in cui è cresciuto e che appella amichevolmente Vitaliano “fagianino”.
Appassionato di enigmi e marchingegni, Pietro è dotato di acume e rara capacità intellettiva, ma ci vuole coraggio per portare un contadino, neanche tanto segretamente antifascista, per le strade e i palazzi di una Firenze dove anche i muri hanno orecchie…
I personaggi
I personaggi sono ben caratterizzati: a colpire maggiormente è il rapporto tra il “fagianino” Vitaliano e Pietro, che per lui è stato un pilastro dell’infanzia e gli ha trasmesso l’arte del ragionare e di vedere oltre le apparenze. Pietro non è soltanto un contadino avveduto e saggio, in lui si uniscono intelletto e spiritualità in un animo nobile e profondo.
Secondo noi un’altra protagonista è la Storia: la Firenze e il Chianti in epoca fascista, la nobiltà, le differenze sociali, rese con precisione nelle atmosfere e nei luoghi che testimoniano una vasta conoscenza da parte dell’autore.
Della strana coppia di investigatori, Vitaliano è il personaggio più ordinario: colto e sensibile, un buon ragazzo, ma allo stesso tempo ignorante, sradicato, spesso ansioso, definito dal gruppo più un piccione che un fagiano…
La citazione degna di nota
Mi piacciono le trappole, hanno il pregio di far risparmiare un sacco di tempo, ma il difetto di catturare alle volte l’animale sbagliato. Non mi piacciono invece i lacci o le tagliole, perché chi ci finisce non ha scampo, innocente o colpevole, ci lascia le penne o una zampa… quando si tratta di uomini è molto facile che una trappola si trasformi in una tagliola o in un laccio. Bisogna fare attenzione…
Le nostre riflessioni
Per la maggior parte del gruppo è stata una lettura piacevole, divertente e rilassante mentre per alcuni è risultata un po’ lenta, ripetitiva e poco scorrevole. Il ritmo placido, forse troppo per essere un giallo, scorre effettivamente senza descrizioni forti e adrenaliniche ma è comunque ben orchestrato e intrigante, risultando alla fine un bel noir.
Il linguaggio è semplice ma non scarno: la narrazione scorrevole e la parlata quotidiana, arricchita da termini desueti, confermano un’accurata ricerca, anche lessicale, da parte di Silei.
L’utilizzo del toscano contadino, inoltre, è ben mirato alla rappresentazione dei soggetti e ci ha ricordato i nostri nonni. Alcune caratteristiche sono le stesse che abbiamo riscontrato in autori come De Giovanni, Vichi e Manzini, ma emerge anche lo scrittore di narrativa per ragazzi – Silei è, infatti, un importante autore per i più giovani – con i ricordi lontani e i richiami alla famiglia, che caratterizzano l’infanzia.
Certe situazioni aprono scenari vecchi e nuovi sulla realtà del periodo, facendone emergere pecche, soprusi, falsità e durezze; usando l’arma dell’ironia e del romanzo di genere, vi si trovano tanti riferimenti al nostro presente.
L’autore, infatti, tra una vicenda e l’altra, riesce a coinvolgere il lettore anche su tematiche di grande attualità che vanno dal valore dell’istruzione, al pensiero libero, all’impegno politico, il tutto reso con una profonda visione poetica. Lo confermiamo… questo libro non è soltanto un giallo!
Lo consigliamo a...
A un altro circolo di lettura.
A chi piace leggere.
Le parole chiave del libro
Fascismo
furbizia
cervello fino
amicizia
profumo
verità