Spatriati

Claudia e Francesco sono molto diversi ma indissolubilmente legati fra loro. Francesco tormentato da una fede incerta, Claudia una provocatrice che gioca a fare quella forte. La provincia di Martina Franca da cui provengono inizia a stargli stretta: la prima a espatriare è Claudia. Delusa dai suoi amori passati e da quello falsato della madre, fugge subito dopo la morte del padre: Londra, Milano e, infine, Berlino, la capitale europea della trasgressione. Francesco, invece, resta fermo e non riesce a staccarsi da questo legame che ha con la sua terra, con i suoi profumi e i colori. La distanza dura anni ma i ragazzi non sembrano destinati a perdersi, riuscendo a ricongiungersi e ad essere sé stessi solo insieme.

Desiati ci permette di percepire la bellezza del paesaggio pugliese: le ampie pianure e i rilievi morbidi, le pietre bianche che contraddistinguono edifici storici e interi borghi, i suoi panorami ormai familiari al pari del suo mare. Se questo sfondo ci cattura ed emoziona, la storia ci convince a metà: le mille complessità di una generazione fluida e sradicata sembrano venir narrate per stupirci, per sconvolgere il lettore senza però riuscire nell’intento. Senza pudore né mezzi termini vengono narrati dettagli ruvidi dello spazio sessuale dei personaggi, talvolta esagerando, senza una reale necessità.

Tuttavia ci piace l’autonomia dei due protagonisti, la loro voglia di indipendenza e soprattutto la loro maturità: sanno comprendere le relazioni problematiche dei genitori ed accettarne la fine molto più degli adulti che li circondano. Grazie alla loro sinergia, Claudia e Francesco sono l’uno per l’altra porto sicuro.

Ai giovani alla ricerca del loro posto nel mondo.