Trama
In un paese di montagna degli Appennini campani vive un uomo, Giosuè, assieme alla moglie malata, Nora, da lui accudita. La figlia Lulù è partita, li ha lasciati, e il padre fa una riflessione aperta su se stesso scrivendole delle lettere che non può spedirle, ma che consegna alla corrente del suo amato fiume dentro a delle bottiglie.
Lulù si trova lontana da quelle acque e da quelle terre delle sue origini, ma sempre vicino ad un fiume cerca la sua pace.
I personaggi
Anche se appena accennata, troviamo la figura di Anna molto bella ed è quella che più ci ha colpite perché riesce a compiere un certo riscatto femminile.
Oltre a lei, Andreone risulta un personaggio positivo che sprona Lulù a cercare il coraggio per affrontare il rapporto con suo padre Giosuè. Ma Lulù, figura di figlia che intenerisce, forse, come i suoi genitori, è troppo immersa in un mondo di gesti non compiuti, di parole non dette e di sentimenti non espressi.
Giosuè con le sue convinzioni granitiche, alcune anche positive, considerando però la figlia una parte di sé, la sovrasta e, nonostante tutti gli sforzi, non riesce a riscattarsi con la figlia ma forse si avvicina un po’ più alla moglie.
Nora è una madre assente e una moglie votata all’infelicità, una figura con una affettività particolare che vive solo oltre le cose che si possono vedere realmente.
La citazione degna di nota
Forse bisogna solo avere il coraggio di abbandonare i vecchi appigli; il coraggio di lasciar andare le cose come devono andare. (pag. 157)
A forza di chiedermelo, mi riscopro a sessant’anni profondamente capace di amare. Potrei chiamarla di speranza, questa forza primitiva che mi fa inseguire la speranza delle cose disperanti. E comunque non sono più solo. A sera, quando riscaldo il pasto che la signora Cecilia ci ha preparato, faccio attenzione a che non sia troppo caldo per Nora, e mi prendo cura di lei, in attesa che nella sua testa fioriscano i fiori che abbiamo piantato, perché fioriranno, ne sono certo. (pag. 159)
«… Le parole hanno corpo, sono corpi, e possono andare lì dove noi non possiamo essere, oppure dove non riusciamo più a tornare». (pagg. 199/200)
Le nostre riflessioni
Il libro ci è piaciuto molto e ci ha fatto provare sensazioni diverse, principalmente tristezza, e compassione, ma anche rabbia e voglia di ribellione.
La scrittura di Carmen Pellegrino ci è piaciuta tantissimo, alcune di noi hanno letto il libro in un soffio. Questo romanzo, molto poetico, di cui sentiamo fortemente coinvolgente la parte epistolare, ci parla di destini che uno si ritrova cuciti addosso ma anche di voglia di evolversi e dell’elemento naturale acqua che alimenta desideri e ricordi.
Ci siamo emozionate perché affronta temi forti legati ai rapporti familiari, alle relazioni amorose e agli ideali. Lo fa raccontando un pezzetto di storia, di realtà di famiglie esistite e che forse ci sono ancora. Tra di noi c’è chi vi ha rivisto il dolore e la delusione di una generazione italiana i cui sogni politici sono stati infranti, e chi, nel modo in cui i personaggi maschili educano i figli, vi ha riconosciuto comportamenti adottati dai propri parenti: nonni, zii e anche madri…
L’autrice, attraverso il libro, ci ha fatto riflettere sui sentimenti e ci ha fatto inoltre scoprire la bellezza della poesia A mio padre di Alfonso Gatto.
Lo consigliamo a...
Ai padri, ai genitori.
Le parole chiave del libro
Solitudine,
incomunicabilità
egoismo
ricerca
percorso di consapevolezza
riconciliazione
amicizia