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Se l'acqua ride

Se l’acqua ride

Autore Paolo Malaguti

Casa editrice Einaudi, 2020

Pagine 200

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Firenze Sud-Ovest

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

La storia di Ganbeto, ragazzino che negli anni Sessanta vive nel Veneto dei barcari, è la storia di un mondo che vive intorno al fiume e che rapidamente sta morendo col nascere del processo di industrializzazione diffuso. Il ragazzino fin da piccolo segue il nonno Caronte sulla barca “Teresina”, quel “burcio” che, come Ganbeto, è protagonista indiscusso di questo racconto.

Caronte e i suoi svolgono un lavoro duro, senza orari né vacanze, profondamente in contrasto con il mondo del lavoro operaio, regolato da contratti, ferie e paghe mensili, un lavoro che lascia poco tempo ed energie alla vita, all’amore, al gioco. Ganbeto invece, che non ha nemmeno un fisico forte (il suo soprannome deriva dalla magrezza delle sue gambe), è preso da altro: è in piena adolescenza e pensa alle ragazze, ai sentimenti, alle passioni e ai sogni che deve ancora definire, e che come tutti i sogni devono fare i conti con la realtà.

Tuttavia il ragazzino, grazie al nonno che gli insegna il mestiere, sul burcio si sente invincibile, affronta le correnti e le tempeste, attracca nei moli, flirta con le ragazze delle osterie. In quegli anni sessanta che hanno segnato l’inizio di un profondo mutamento della vita degli italiani, della concezione del lavoro, e della società, Ganbeto e la sua famiglia vengono travolti dal flusso del cambiamento come in una corrente tempestosa.

Ognuno reagirà a suo modo, Caronte se ne andrà con l’alluvione del ’66, incontro al suo destino che non poteva che essere nelle acque dove e’ sempre vissuto. Pure Ganbeto dovrà fare delle scelte, che saranno necessariamente delle scelte da adulto. Intanto l’alluvione del ’66 spazza via, insieme con i campi e la natura, anche un mondo ormai finito…

La citazione degna di nota

…è vero che tutto cambia, come l’acqua dei fiumi, che un giorno ride chiara e trasparente, l’altro ringhia nera e vorticosa. Ma è anche vero che le cose, per altra via, resistono e sono dure a morire, […] come l’acqua, che resta sempre lei, e fa sempre lo stesso giro” (pag.179)

Le nostre riflessioni

Il dibattito intorno a questo racconto è stato intenso e controverso. L’aspetto che ha colpito maggiormente i lettori è stato l’uso del dialetto veneto: un dialetto che si inserisce sapientemente nella narrazione e che si mescola all’italiano fresco e vivo, come il fiume nel quale naviga la “Teresina”.

Ad alcuni è piaciuto molto questo uso del dialetto, perché dà colore e crea l’atmosfera nella quale si muovono i personaggi, Ganbeto, la “mama”, il padre, il nonno Caronte e tutte le figure che vivono nei villaggi raggiunti dai barcari. Per altri è risultato un po’ ostico, soprattutto perché di non facile comprensione. In generale i lettori hanno comunque gradito questo racconto, nonostante un’iniziale fatica.

I sentimenti di nostalgia per un mondo che non c’è più, i contrasti fra città e campagna, i turbamenti dell’adolescenza, hanno affascinato tutti. Alcuni partecipanti, originari di quei luoghi, hanno particolarmente gradito questa lettura, perché ha ricordato loro tanti aspetti dei tempi passati.

Molti dei partecipanti sono rimasti colpiti dal livello di semplicità di vita delle genti di campagna rispetto agli abitanti di città, nei primi anni Sessanta, che ricordano come anni di vita evoluta, moderna, già molto vicina alla vita di oggi. Eppure questo contrasto ha creato sorpresa e spinto a riflettere sulle differenze nella società italiana agricola e industriale/cittadina dell’epoca.

Sono state anche molto apprezzate le descrizioni della natura e dei paesaggi e la lingua aulica e piena di sentimento nel descrivere la campagna, il fiume, i paesi che si affacciavano sull’acqua.

Certo l’elemento dell’acqua ha un risvolto simbolico, come non pensare infatti allo scorrere del tempo e della vita, al flusso continuo che genera cambiamento, all’acqua che crea la vita e se la riprende, come in una danza senza fine.

In occasione del Festival Città dei Lettori che si è svolto a Firenze a Villa Bardini dal 9 al 12 giugno, i partecipanti ai circoli Unicoop Firenze hanno incontrato l’autore Paolo Malaguti, un insegnante, oltre che scrittore, molto impegnato con i suoi allievi e propulsore di una didattica moderna che si sperimenta anche oltre le pareti scolastiche. È stata un’esperienza molto positiva, grazie alla disponibilità e simpatia di Paolo Malaguti, che con semplicità e umiltà ha raccontato la genesi del libro.

Se l’acqua ride” è stato fra i finalisti del Premio Campiello 2021.