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Sofia si veste sempre di nero

Sofia si veste sempre di nero

Autore Paolo Cognetti

Casa editrice Minimum Fax, 2012

Pagine 205

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop di Empoli

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Questo romanzo di Paolo Cognetti narra la vita di Sofia attraverso dieci racconti autonomi, che spaziano dalla sua infanzia a Milano alla sua maturità. Il lettore segue Sofia in un periodo di trent’anni, scoprendo la sua crescita e le sue lotte interne, dalla sua infanzia in una famiglia apparentemente normale, ma attraversata da tensioni, all’adolescenza tormentata e alla scoperta del sesso e della sua passione per il teatro. Ogni racconto, mettendo al centro ogni volta un personaggio diverso, contribuisce a delineare il profilo di Sofia e a mostrare le sue diverse sfaccettature.

La citazione degna di nota

“«Sofia», disse l’infermiera a voce alta, «lo sai che cos’è la nascita? È una nave che parte per la guerra».”

Le nostre riflessioni

Attraverso frammenti, memorie e prospettive future, Cognetti intreccia dieci racconti in cui la storia di Sofia si fonde con quella della sua famiglia, degli uomini che l’hanno amata e poi lasciata, e di tutte le persone che, tra l’Italia e New York, hanno incrociato il suo cammino. Ogni personaggio ci svela il proprio punto di vista su Sofia: l’autore indaga così l’universo femminile attraverso prospettive sempre mutevoli, talvolta in contrasto tra loro e intrise di complessità. Allo stesso tempo, nei dieci racconti conosciamo gli altri personaggi visti dagli occhi di Sofia: la madre Rossana, volubile e insoddisfatta, di cui Sofia subisce le nevrosi fino a farle proprie e vivere con la tensione di non diventare come lei. Roberto, un padre che riscopre il proprio ruolo quando ormai è troppo tardi. Ma soprattutto Oscar, presente solo nel primo racconto ma che ritroveremo citato durante tutta la vita di Sofia: figlio di amici, ospite della sua famiglia per l’aggravarsi della malattia della madre, rappresenterà il periodo più bello per Sofia e i suoi genitori che si daranno un intervallo di tregua dai frequenti litigi.

Sofia è un personaggio complesso, di cui l’autore svela gli angoli più bui e nascosti, ne mostra fragilità e contraddizioni senza giudicare, ma lasciando al lettore la possibilità di comprenderla e affezionarsi o viceversa. Al mattino beve solo caffè nero, si veste di nero, ha lineamenti imperfetti ma soprattutto è afflitta dalla sua stessa esistenza, come se il vivere fosse un male che la consuma. Senza radici, scontenta della propria vita, si muove ai margini, estranea e indomita. Ribelle per natura, vive secondo un codice solo suo; la zia, anche lei ribelle a suo tempo, è l’unico punto fermo. Nella sua passione per il teatro e la recitazione abbiamo colto un modo per evadere da sé stessa, per estraniarsi dalla realtà, così come le storie dei pirati di Oscar.

Questo libro ha suscitato pareri contrastanti anche sullo stile di scrittura: per alcuni i continui salti temporali e il cambio di narratore è risultato faticoso. La scrittura è intensa, sono pagine piene e caotiche di una giovane alla disperata ricerca di sé stessa e del proprio posto nel mondo che non trova mai piena empatia con il lettore così come tutti gli altri personaggi. Se questi racconti ci hanno ricordato la passione di Cognetti per la montagna, la scrittura, New York e qualche riferimento al suo romanzo Le otto montagne, ci siamo chiesti anche quanto dell’autore si rifletta in Sofia. In generale, siamo stati tutti concordi nel riconoscere il talento dello scrittore, ma i racconti disgiunti, il finale ambiguo e i numerosi temi appena accennati ci hanno trasmesso un senso diffuso di irresolutezza.

 

 

Lo consigliamo a...

A chi ama storie intime.

A chi è incuriosito da profili psicologici.

Ai giovani lettori

Le parole chiave del libro

Ribellione

incomprensione familiare

solitudine

malinconia

teatro

recitazione