La citazione degna di nota
«Ma mi credi se ti dico che ogni sera spengo la luce senza disperare? Perchè so che prima dell’alba aprirò di nuovo le palpebre. Scosterò le tende, spalancherò la finestra e guarderò il cielo scuro al di là della zanzariera. Mi infilerò un giubbino leggero e uscirò a camminare, anche se solo nella mia immaginazione. Avanzerò un passo dopo l’altro sui marciapiedi bui. Vedrò il tessuto della notte che si smaglia in fili azzurrini e avvolge il mio corpo e la città. Pulirò gli occhiali e, con gli occhi sgranati, immergerò il viso in quella breve luce azzurra. Ci credi? Alla sola idea mi sento battere il cuore»
Le nostre riflessioni
Due vite che si incrociano, due dolori e due fragilità che si uniscono per camminare insieme.
Attraverso una trama all’inizio un po’ difficile da capire, ma che piano piano si dipana per acquisire significato, ci immergiamo nella loro esistenza quotidiana: lui, professore di greco vissuto fuori dal suo paese che sta perdendo gradualmente la vista, lei, ex professoressa con un blocco del parlato causato da più traumi, danno voce al loro silenzio e alle loro perdite.
La lettura di questo romanzo ha suscitato in noi un forte senso di compassione, di dolore, ma non di tristezza. Il finale ci lascia con sollievo un senso di positivo.
Lo abbiamo definito un romanzo lirico, intenso, con una scrittura poetica davvero forte che inoltre si fa portatrice di un importante discorso sul linguaggio, sulle parole e sul loro uso, sempre in evoluzione.
Finalmente, ci siamo trovate a leggere un romanzo dove non ci sono personaggi negativi, anche se non mancano descrizioni crude, seppur poetiche.
Lo consigliamo a...
Si tratta sicuramente di un lettura impegnativa e non banale, lo consigliamo a forti lettori e a chi vuole esplorare nuove forme di scrittura.
Le parole chiave del libro
Dolore
resilienza
perdita
poesia
