Trama
In un angolo del continente nordamericano c’è Crosby, nel Maine: un luogo senza importanza che tuttavia, grazie alla sottile lama dello sguardo della Strout, diviene lo specchio di un mondo più ampio. In questo piccolo villaggio sull’Oceano Atlantico c’è una donna che regge i fili delle storie e delle vite di tutti i suoi concittadini.
Olive Kitteridge, insegnante in pensione, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell’animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione e una croce…
La citazione degna di nota
Non abbiate paura della vostra fame. Se ne avrete paura, sarete soltanto degli sciocchi qualsiasi.
Le nostre riflessioni
Nonostante alcune lettrici abbiano avuto difficoltà all’inizio del libro, è stato facile per tutte individuare l’incredibile umanità dei personaggi, prima fra tutti la protagonista di questi racconti. L’autrice ha perfettamente raccontato com’è la vita di questa donna forte, brusca, permalosa, buona ma allo stesso tempo cattiva, generosa e ferrea, una continua contraddizione: è forse la più giusta rappresentazione della sua generazione, a volte talmente vera nelle sue sfaccettature che mette malinconia nel leggerla.
Non tutte hanno apprezzato la figura di Olive, tendenzialmente così negativa per quanto autentica, ma risulta il perfetto filo conduttore tra tutti i personaggi presentati nei vari racconti. Forse anche troppi personaggi, a volte si fatica ad entrare in empatia con loro, o ad andare avanti con la lettura perché il cambio tra un racconto e l’altro lascia interdetti e un po’ spaesati. Molto apprezzata però è stata la rappresentazione dei paesaggi della provincia nordamericana: l’autrice è stata in grado di rendere tutte le ambientazioni in maniera molto realistica e immersiva senza andare troppo nello specifico. Interessante anche la sua capacità di raccontare certi temi dolorosi con leggerezza, grazia, senza pietismi.
Olive Kitteridge può non piacere a tutti, ma parla a tutti noi del passare del tempo – a volte della perdita del tempo! – dal passaggio all’età adulta, dell’aiutare gli altri senza perdersi e rimanendo fedeli alla propria identità, di come tutti noi siamo così apparentemente contrastanti, ma in realtà solo umani.
Lo consigliamo a...
A chi vuole leggere per il gusto di farlo.
A chi vuole conoscere la provincia americana.