Home Blog Letture in Circolo Nessuno torna indietro
Nessuno torna indietro

Nessuno torna indietro

Autore Alba de Céspedes

Casa editrice Mondadori, 1938

Pagine 458

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Coop Agliana

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

Otto ragazze ventenni di buona famiglia si ritrovano tutte al collegio Grimaldi di Roma, tra l’autunno del 1934 e l’estate del 1936. Ognuna di loro porta con sé il suo bagaglio, concreto e metaforico: dalle loro valigie spuntano foto, regali che parlano del passato e segreti.

Le loro vicende si intrecciano sullo sfondo dell’Italia fascista e toccano le fasi cruciali della vita: Silvia, la studentessa più brillante che non esita a «consumarsi gli occhi sui testi» “bruttina” e “poco femminile”; Vinca, innamorata e poi delusa; Emanuela, pronta a scardinare le assurde teorie del regime mussoliniano, nasconde una figlia nata fuori dal matrimonio. Alba de Céspedes costruisce una serie di ipotesi e decisioni sospese, così come son sospese le vite delle protagoniste che lasciano il Grimaldi con passo incerto ma piene di vita. I personaggi diventano metafora del ponte, del passaggio, della sponda che va raggiunta con fatica e sudore.

La citazione degna di nota

Non sai che tutto è possibile nella vita, fuorché tornare indietro? Le strade sono tante, ognuna crede di prendere la buona, va, va e poi a un tratto s’accorge che ha sbagliato. Tutti vorremmo ricominciare. Ma gli atti che ci hanno accompagnato fin lì, sono alle nostre spalle attraverso la strada, a fare argine. E indietro non si può tornare. Nessuno torna indietro. E’ la più inesorabile forma di eguaglianza di tutti gli uomini di fronte alle leggi della vita.

Le nostre riflessioni

Sotto la campana di vetro del pensionato Grimaldi, le protagoniste del romanzo, ognuna con la sua storia, vivono in una bolla fuori dal tempo: non risentono del pericolo della guerra all’orizzonte (probabilmente grazie soprattutto alle loro possibilità economiche) ed esplorano la loro identità femminile senza voler proporre storie esemplari ma, semplicemente, facendo le loro scelte in libertà. Nascono amicizie e condivisioni di esperienze, sempre consapevoli che, una volta uscite di lì, le loro strade si divideranno.

Scritto nel 1934, pubblicato nel 1938, ebbe uno straordinario successo, tanto che il regime fascista si sentì in dovere di censurarlo, perché scomodo: cosa accidenti erano quelle donne madri senza essere sposate e che reclamavano una

sacrosanta dignità, ben lontane dall’immagine delle ‘figlie della lupa’ senza diritto di voto, relegate in un ambito strettamente casalingo? Definito un “manifesto femminista” ante litteram, non risparmia però al lettore la dimensione del fallimento esistenziale che, in un modo o nell’altro, colpisce chiunque si affacci alla vita adulta.

Le parole chiave del libro

Figli

femminismo

libertà

emancipazione

formazione

identità

convenzioni

scelte