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L'uomo che guardava passare i treni

L’uomo che guardava passare i treni

Autore George Simenon

Casa editrice Adelphi, 1986

Pagine 211

La valutazione del Circolo

Che emozione ci ha lasciato il libro?

In collaborazione con Circolo di lettura sezione soci Borgo San Lorenzo

I Circoli di lettura sono una comunità di lettori che si ritrovano, una volta al mese, per scambiarsi opinioni e sensazioni su un libro la cui lettura, individuale, è stata decisa di comune accordo.

Trama

La storia narrata da Simenon è quella di Kees Popinga, grigio borghese che ha una linda casetta e una bella famigliola in Olanda, conduce una vita assolutamente monotona e rispettosa delle convenzioni. Fuma sempre i soliti sigari sulla solita bella poltrona, va sempre al solito circolo a giocare a scacchi facendo ritorno sempre alla solita ora, si veste sempre al solito modo, scambia poche parole con la moglie e con i figli, lavora in modo freddo e scrupoloso, non si lascia mai andare, è perfino moralista e guarda con disgusto i bar dove ci si ubriaca e i postriboli. Ha solo un vizio: guarda passare i treni, di notte, e si chiede chi siano e dove vadano i viaggiatori dietro le luci accese dei vagoni letto.

Poi, una sera, tutto cambia. Incontra il titolare della sua ditta che sta fuggendo con gli ultimi soldi rimasti, e scopre che per anni, sotto il suo naso, l’uomo ha truffato soci e dipendenti e ha portato la società alla bancarotta. L’uomo, prima di eclissarsi, gli rivela come il mondo non vada come lui creda, lui ha un’amante ,frequenta una prostituta ad Amsterdam. Kees allora, come allucinato, fugge a Parigi. Smette di guardare passare i treni, ci sale sopra.

A Parigi comincia a vivere fuori da ogni regola e convenzione, e finisce pure per uccidere una prostituta e viene braccato dalla polizia, questo porterà ad un susseguirsi di eventi che porteranno il protagonista in una spirale da cui non vorrà più uscire, tra fughe, confessioni ai giornali e altri omicidi.

La citazione degna di nota

Per quarant’anni ho guardato la vita come quel poverello che col naso appiccicato alla vetrina di una pasticceria guarda gli altri mangiare i dolci. Adesso so che i dolci sono di coloro che si danno da fare per prenderli. 

Le nostre riflessioni

Il romanzo, scritto nel 1938 da Simenon, c’è sembrato molto attuale nel fenomeno del femminicidio, non è mai dichiarato, ma sia nei confronti delle donne uccise che della moglie vi è una totale indifferenza.

Simenon riesce a delineare una psicologia molto complessa del suo personaggio che passa da uomo anonimo e banale a efferato assassino, considerandosi un genio del male inafferrabile, amante della visibilità e che si compiace di se stesso.

Questo cambiamento si delinea pagina dopo pagina, destabilizzando il lettore, poiché nel protagonista non c’è niente di premeditato ma accade tutto nel susseguirsi degli eventi. La scrittura di Simenon è semplice ma incalzante, sicuramente non risulta mai banale, ma fluida e scorrevole

Lo consigliamo a...

A chi ama le storie psicologiche dove vi è una spirale discendente.