Trama
Nelle valli svedesi delle Askedalar, durante la seconda metà dell’Ottocento, l’esistenza di Jan, contadino ormai non più giovane che abita in una misera casetta assieme alla moglie Kattrinna, cambia per sempre con la nascita della figlia Klara Gulla.
Jan viene invaso da un sentimento che non conosceva e che sarà la sua guida: l’amore. Tra lui e la figlia prende subito forma un legame esclusivo, fatto di infinito affetto e di rara intesa, messo in crisi però dalla partenza di lei, appena diciottenne, dai luoghi di origine, per salvare il futuro suo e dei suoi genitori.
Le cose non andranno affatto bene per la ragazza, che presto prenderà le distanze dalla sua famiglia. Jan, non potendo sostenere il peso del dolore generato da tale situazione, trova rifugio in un mondo in cui Klara Gulla è imperatrice e lui imperatore dell’immaginario impero di Portugallia.
I personaggi
Difficile non innamorarsi di Jan, padre che dà tutto se stesso alla figlia, esempio di rettitudine morale, talmente buono che vorresti quasi abbracciarlo. Il suo spirito va oltre il meraviglioso, tanto da far trasecolare. Jan lascia il segno nella vita di coloro che incontra, riuscendo piano piano a migliorarli, a partire dalla moglie, dalle figure più umane a quelle più miserabili raccontate nel libro.
Compagna di vita di Jan è Kattrinna, donna comprensiva e protettiva che per molti aspetti ricorda le mogli e madri di un tempo. Jan e Kattrinna crescono Klara Gulla facendo però involontariamente degli errori, perché “la mettono sotto una campana di vetro”, senza darle gli strumenti necessari per andare nel mondo, perciò lei sbaglia, ma riesce poi a capire il vero sentimento del padre e a tornare ad essere una figura positiva.
La citazione degna di nota
…quand’ecco all’improvviso sentì una scossa che fece tremare lui e la bambina. Non veniva da nessuna delle persone presenti, eppure non riusciva a rendersi conto se fosse stata la piccina a trasmetterla a lui o lui alla piccina. E subito il cuore cominciò a battergli nel petto come non era mai accaduto prima, e di colpo non si sentì più intirizzito, né triste, né irrequieto, né arrabbiato e gli parve invece di star proprio bene. (pag.20)
Perché chi non sente battere il cuore nel dolore o nella gioia non può di certo essere considerato un vero essere umano. (pag. 21)
Il Signore avrà certo pensato che, avendo perduto la ragione, doveva avere una nuova luce con la quale illuminarsi (pag. 250)
Non era, diceva, un uomo importante e illustre che accompagnavano al riposo eterno, ma era forse l’uomo che aveva posseduto il cuore più caldo e più ricco del circondario. (pag. 273)
Le nostre riflessioni
Alcune di noi hanno avuto qualche perplessità prima di iniziare a leggere il romanzo perché, scritto agli inizi dello scorso secolo, poteva risultare troppo lontano dal nostro presente, invece l’autrice, con un linguaggio universale, senza tempo, ha regalato a tutte un’esperienza splendida.
Ogni riga del libro incanta, portando a conoscere luoghi lontani, isolati e ricchi di folklore, che fanno da cornice ad una storia in cui tutto ruota attorno alla “verità del cuore”. Ci siamo commosse, abbiamo provato stupore e talvolta anche angoscia per le vicende che Jan vive. Sempre attraverso questo personaggio, Selma Lagerlöf, ci porta a riflettere su come, con uno sguardo diverso, si possa arrivare all’essenza della vita e delle cose.
Il libro ci colpisce per tutte tematiche che affronta e ci fa pensare anche che le storie di miseria di allora, purtroppo, esistono ancora oggi.
Lo consigliamo a...
Al mondo. A tutti coloro che amano leggere perché è un libro molto bello, che non si dimentica. Per riflettere sull’importanza di agire nel rispetto degli altri.
Le parole chiave del libro
Cuore
amore
follia
attesa