Le solite sospette

E se improvvisamente rimanessi vedova e scoprissi che la vita che hai costruito per sessant’anni è tutta una montatura e che mio marito si è indebitato fino al collo per una passione quantomeno disdicevole?

Così si apre il dissacrante romanzo di John Niven, nel quale quattro signore di una certa età decidono di tentare il tutto per tutto rapinando una banca. Poco importa che una delle bandite abbia quasi novant’anni e sfrecci su una sedia a rotelle, o che la vedova Susan non abbia mai fatto altro che la “brava” casalinga…. l’avventura sarà rocambolesca come le sue protagoniste!

Lo scrittore scozzese John Niven ha abituato i suoi lettori a storie spregiudicate e ricche di ironia, come nel precedente romanzo A volte ritorno il cui protagonista è Dio stesso.

In questo caso l’idea di trasformare quattro anziane in delle criminali agguerrite e impacciate rompe molti tabù sulla vecchiaia e riscrive gli schemi del romanzo poliziesco. La prosa rapida e nervosa si adatterebbe meglio ad una sceneggiatura cinematografica che ad un libro, ma ha il pregio di tenere il lettore incollato alle pagine.

Non mancano le scene divertenti e al limite del surreale: primo tra tutti il personaggio di Ethel che si muove su una sedia a rotelle e nasconde sotto il plaid un fucile a canne mozze.

Un linguaggio irrispettoso e talvolta volgare contribuisce alla vivacità della storia. La lettura nel complesso ci ha divertite, manca una giusta introspezione dei personaggi e, talvolta, i dialoghi risultano scollegati.

A chi cerca una lettura leggera e divertente.
A chi ama i romanzi dal taglio cinematografico.
A chi è pronto a rompere tutti i tabù.