Breve Trama
Due ragazzini scoprono una tomba etrusca e decidono di scavarla di nascosto dopo la scuola. Cosa succede se alla fine un tesoro viene davvero allo scoperto? Qual è il suo vero valore? E quello delle persone che lo posseggono? Scomparse, tradimenti, tombaroli accecati dalla febbre dello scavo e un primo amore sbocciato nell’inverno del ’43. Tutto precipita con il ritrovamento di un oggetto creato tremila anni fa. Ma ad affiorare dalla terra non è solo un reperto di grande valore: insieme, vengono allo scoperto le vere identità di molti personaggi.
Compresa quella di un bambino che non sa niente di sé, e che ha solo un’arma per affrontare i cambiamenti: andare avanti. Una storia familiare ma anche di amicizie, bugie, segreti e scoperte, dolore e disagio in un degrado crescente, sia esternamente che nell’animo umano. Con l’occasione del romanzo, Sacha Naspini costruisce un’autobiografia che narra in maniera bruciante i sentimenti intensi e contraddittori della prima adolescenza. La smania inesorabile e cieca di rivalsa. O semplicemente il desiderio di un posto chiamato “casa”.
La citazione degna di nota
A volte ci sono segreti impossibili da contenere. Va a finire che il tappo salta.
Le nostre riflessioni
Una storia forte, di miseria e degrado che suscita emozioni intense difficilmente traducibili in parole e che, nel bene e nel male, non lascia indifferenti. A colpire maggiormente è il protagonista senza nome, un ragazzino che fin dalle prime pagine, è descritto come dispettoso e arrogante, mentre l’unico aspetto fisico delineato è la sua obesità. Naspini è stato in grado di catapultarci nel difficile mondo adolescenziale attraverso il linguaggio diretto, crudo e irrispettoso del giovane protagonista, tanto da sembrarci scritto da un reale adolescente.
Abbiamo proseguito la lettura sperando in un pentimento, una redenzione, in un’altalena di emozioni antitetiche come i due amici, incrementate da una serie di domande irrisolte sul complesso rapporto che si cela dietro un’amicizia, fatto di sentimenti letali fino ad esplodere e far precipitare tutto. La scrittura è semplice e scorrevole, l’autore sembra scegliere il linguaggio in base alle situazioni alternando descrizioni particolareggiate alla mera narrazione degli eventi ed è molto bravo a restituire le emozioni che da letterarie divengono reali, sulla pelle e nel cuore dei lettori. Tra i tanti temi presenti, quello della morte che, reale e contemporaneamente metaforico,serpeggia per tutta la vicenda narrata.
In particolare ci ha colpito come questa viene vissuta ma mai interiorizzata dal protagonista, colpevole e innocente allo stesso tempo. Questo libro ci ha ricordato anche altri autori e storie lette, come lo stile di Natalia Ginzburg, la crudeltà della protagonista di Follia o il ragazzino senza nome come ne L’Arminuta.
La discussione è proseguita affrontando anche altri temi, come i tombaroli e l’archeologia, i valori dati dalla famiglia, le bugie e le assenze degli adulti, la bramosia che annulla tutti gli altri sentimenti, la difficoltà di crescere nell’agio come nel degrado. In conclusione, questo e tanto altro sono sicuramente un invito alla lettura di questo autore toscano.
Lo consigliamo a...
Insegnanti di scuola secondaria.
Genitori di figli adolescenti.
Le parole chiave del libro
Disagio
isolamento
cattivi
esempi
rinascita
silenzio
angoscia
sconvolgente
drammatico