Trama
Tra queste pagine a parlare è un ragazzino di nemmeno dieci anni che vive in Toscana, in un piccolo paese, al centro di una condizione familiare disfunzionale: sua madre lo ha avuto in giovanissima età, il padre è fin troppo spesso assente e la nonna, Bina, è l’unica ad essergli vicina. Il giovane protagonista è sovrappeso, dispettoso, irruento, in particolare nei confronti di Michele, un coetaneo che vive in una specie di discarica alimentandosi delle merendine che gli fornisce il protagonista e abbigliato con i suoi abiti smessi.
I piccoli antieroi vivono nel territorio per eccellenza dei tombaroli cacciatori di tombe e reperti etruschi. Lo stesso padre del ragazzino non è da meno in questa arte. E come può il figlio insieme al succube Michele sottrarsi al sogno di trovare quel tesoro capace di assicurare ricchezza e prestigio?
Un romanzo duro e spietato ma anche di grande impatto emotivo. Al tutto si somma una penna che scava nel profondo, che tocca le corde più intime e oscure, che non fa sconti. Raccontato con una visione acuta e cristallina, che accompagna il lettore dalla prima all’ultima pagina.
La citazione degna di nota
Il punto era aprire un varco e sbucare da qualche parte.
Le nostre riflessioni
Questo romanzo di formazione è stato discusso animatamente dal gruppo, sia per le tematiche affrontate che per la voce narrante, quella del protagonista, che è un bambino di soli dieci anni. Un bambino che racconta la sua storia e quella della sua famiglia, una storia di miseria, degrado e desiderio di riscatto, e che lo fa senza filtri, con la sincerità lucida e spietata che appartiene ai suoi pochi anni.
Nonostante la narrazione in prima persona singolare, il processo di identificazione con il protagonista, che non ha un nome, non è immediato: l’autore non si preoccupa di renderlo simpatico agli occhi di chi legge, dipingendolo anzi come un piccolo tiranno nei confronti di Michele, il suo compagno di giochi.
Inizialmente arrogante e privo di affettività, ad un certo punto la voce del protagonista apre un varco e inizia a scavarci dentro, la lettura si fa urgente e inchioda il lettore alle sue pagine, lo travolge e lo scuote nel profondo. Abbiamo infatti apprezzato molto lo stile di Naspini, per tutti una piacevole scoperta, con la sua prosa asciutta e diretta. Ci ha colpito la sua rappresentazione della realtà, dura e difficile, senza edulcorarla in alcun modo; lo stesso avviene per tutti i protagonisti del romanzo, dei quali vengono messi in rilievo i limiti, i difetti e i profondi disagi esistenziali che li abitano.
Unica figura positiva è la nonna, con la sua estrosità, la cartomanzia e il primo amore mai dimenticato. In questa storia violenta e complicata, interessante anche il rapporto tra i due bambini protagonisti, fisicamente opposti ma entrambi appartenenti a famiglie disfunzionali, capitanate da due padri assenti, egoisti, incapaci nel loro ruolo genitoriale.
Una visione lucida di un’adolescenza malsana, che pone molte e profonde riflessioni al mondo degli adulti
Lo consigliamo a...
Tutti i genitori.
Le parole chiave del libro
Famiglia
educazione
tradimento
egoismo
adolescenza