Trama
La vita di una madre e di suo figlio in un ICAM (Istituti a custodia attenuata per detenute madri) della Campania. Due vite fragili tra altre vite fragili: donne, uomini, bambini, secondini, psicologhe, persone qualunque, persone nate nel posto sbagliato, persone con problemi e vissuti profondi. Intorno, a contenerle, un luogo che non dovrebbe esistere, eppure per qualcuno è perfino meglio di casa. Uno struggente romanzo corale, un cantico degli ultimi che si interroga, e ci interroga, su cosa significhi davvero essere liberi o prigionieri.
La citazione degna di nota
Te l’ho detto che la gente è cattiva, ma forse non è manco cattiva, è che non se ne fotte di niente, la gente, non se ne fotte se campi o muori, se tieni paura o no, se tieni fame o stai bene. La gente, io ho capito questo, tiene a pensare solo ai cazzi suoi. E però ho capito pure un’altra cosa, che la gente non se ne fotte niente perché non conosce, perché quando incontri una persona e le vuoi bene te ne importa…E quindi penso che bisogna muoversi a incontrare a tutti quanti nella vita perché se no non vuoi bene a nisciuno, ma allora che campi a fare?
Le nostre riflessioni
Che cos’è la libertà? Questa è la domanda che rimane dopo aver letto lo splendido libro di Lorenzo Marone. Chi è fuori dal carcere vive davvero senza essere schiavo delle proprie scelte o del proprio destino a volte subito? Chi ha avuto la sfortuna di nascere nel “posto sbagliato” privo di educazione e affetto può trovare nella dimensione “protetta” del carcere una speranza, anche se temporanea?
Le madri e i bambini nell’ICAM riescono ad esprimersi, scoprono di poter instaurare relazioni, amicizie e sopratutto scoprono di potersi fidare di qualcuno.
In questo romanzo c’è tanta disperazione, c’è uno spaccato di un’Italia ignorante, volutamente resa fragile da precise scelte politiche, ci sono tanti personaggi con le loro vite piene di sbagli, sofferenza e violenza. Ma ci sono anche i bambini con la loro sensibilità e innocenza che rappresentano l’unico raggio di luce di un ambiente senza seconde possibilità, e c’è la natura che riesce a riempire di bellezza anche i luoghi pieni di grigiore e orrore.
L’unica critica mossa al libro è che in alcuni punti risulta essere troppo pedagogico e buonista, è come se l’autore volesse insegnarci e spiegarci tutto, avendo anche delle cadute di stile fuori luogo.
Le parole chiave del libro
Libertà
carcere
infanzia
maternità
fiducia
aria
fragilità
solitudine
affetto
amicizia