Trama
Abruzzo anni ’70. All’età di tredici anni, una ragazzina si presenta alla porta della sua nuova casa: è l’Arminuta, “la ritornata”. Ceduta dai veri genitori a una cugina che non poteva avere figli, la bambina viene restituita all’improvviso alla numerosa e umile famiglia d’origine.
La citazione degna di nota
Ripetevo piano la parola mamma cento volte, finché perdeva ogni senso ed era solo una ginnastica delle labbra. Restavo orfana di due madri viventi. Una mi aveva ceduta con il suo latte ancora sulla lingua, l’altra mi aveva restituita a tredici anni. Ero figlia di separazioni, parentele false o taciute, distanze. Non sapevo più da chi provenivo. In fondo non lo so neanche adesso
Le nostre riflessioni
La vicenda alla base del romanzo è molto cruda e, nonostante ciò, la protagonista grazie alla sua resilienza porta la sua vita avanti con un apparente ordine nonostante la grande sofferenza.
La condizione particolare in cui si trova, orfana di due madri viventi, la rende consapevole delle grandi contrapposizioni che costituiscono la sua vita: la genuinità difficile da esprimere per la famiglia “ruvida” opposta all’affetto materiale e superficiale della madre adottiva e del compagno.
Da un punto di vista stilistico, soprattutto nella prima parte, la scrittura è diretta, ruvida: lo stile paratattico e l’uso del dialetto, lasciano intendere un legame molto forte alla terra e alla gente.
La seconda parte ha invece uno stile molto più rilassato, non c’è il dialetto, i periodi sono più lunghi, la scrittura diretta e più chiara, sono ben descritti sentimenti ed emozioni.
Il finale lascia intendere che le due sorelle saranno le uniche a esserci l’una per l’altra.
Lo consigliamo a...
A chi cerca una storia famigliare poco nota, a chi cerca risposte in un dolore inaffrontabile, a chi cerca una sorella con cui condividere tutto.
Le parole chiave del libro
Madre
figlia
maternità
legame
famiglia
sorella
Abruzzo