Trama
Esiste un sentimento più doloroso di quello di un figlio rifiutato dai propri genitori? L’Arminuta, la ritornata, nasce due volte: la prima quando la famiglia naturale, per necessità economica e classe sociale, decide di cedere la figlia ad una parente benestante che invece non può avere figli; la seconda quando la mamma adottiva “restituisce” la bambina come se fosse un oggetto. Ma la nascita in questo caso non è un passaggio di “rigenerazione” piuttosto un trauma carico di sofferenza e insensatezza.
Quando L’Arminuta suona il campanello della sua prima casa, ad aprirle trova una bambina sporca e dagli occhi intensi: la sorella Adriana. In mezzo alla miseria fatta di povertà e ignoranza, di figli nati senza volontà, di fatica per portare il pane a casa, sarà il legame tra le due sorelle – che non si erano mai viste prima – a salvarsi e fiorire. Una forza che ha la purezza dell’infanzia e la pertinacia che solo la disperazione ti può dare.
La citazione degna di nota
Quando ho allungato la mano verso la saponetta sul bordo, ho sentito che stavo per morire. il sangue abbandonava la testa, le braccia, il petto e li lasciava gelidi. Ma restavano attimi per un paio di necessità: aprire lo scarico e chiedere aiuto. Non sapevo come attirare a me l’attenzione della donna di là, non riuscivo a chiamarla mamma. […] Non ricordavo più nemmeno il suo nome, se anche avessi voluto invocarlo. Allora ho urlato e poi sono svenuta.
Nel tempo ho perso anche quell’idea confusa di normalità e oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza. È un vuoto persistente, che conosco ma non supero. Gira la testa a guardarci dentro.
Le nostre riflessioni
L’Arminuta è un libro tra i più intensi letti dal nostro Circolo. È la storia di una bambina sballottata come un fagotto che da sola deve affrontare interrogativi devastanti.
Lo stile narrativo è asciutto, talvolta crudo. Il lessico è scelto e studiato in base all’ambiente culturale e all’estrazione sociale dei personaggi, così quando la protagonista parla con la famiglia di origine le parole usate e la rudezza dei dialoghi rendono tangibile la miseria nella quale ci muoviamo.
Alla fine dei conti, in questo mare di mancanze e dolore, quello che colpisce è il rapporto con la sorella Adriana, una bambina di 10 anni, “fiore improbabile cresciuto su un piccolo grumo di terra“, che da sola restituisce alla protagonista tutto l’affetto che le è stato sottratto.
Il romanzo mette a fuoco una consuetudine ancora molto vicina: quella delle famiglie povere costrette per necessità a cedere i propri figli o a mandarli “a servizio” da coppie benestanti. Molti dei partecipanti al circolo di lettura conservano memoria di nonne o amici di infanzia che hanno subito un destino simile a quello narrato in questo libro.
Lo consigliamo a...
A chi è alla ricerca di una lettura intensa, carica di emozioni e curata nella scrittura.
A chi cerca un romanzo che tocchi le corde più intime dell’anima.
Le parole chiave del libro
Madre
solidarietà
maternità
intimità
sorellanza
forza
premio