Trama
Giovanni ha ventiquattro anni e ha realizzato il sogno di lavorare nella redazione di un quotidiano. Incontra però soltanto colleghi più anziani, che gli appaiono apatici e disillusi da un mestiere in crisi. Solo uno è diverso dagli altri, è Sergio Fabiani, caposervizio della cultura, che gli affida il compito di scrivere un pezzo su Donato Carretta, direttore del carcere di Regina Coeli, linciato e ucciso dalla folla nel settembre del 1944. Il giovane giornalista si immerge allora nella ricerca e ci porta sui luoghi che furono teatro del fatto – il Palazzo di Giustizia, il Tevere, Regina Coeli.
La citazione degna di nota
Fabiani qualche giorno fa mi ha chiamato, nella sua stanza semibuia, e mi ha detto solo: «Giovanni, tra un po’ devo, o meglio voglio, fare una pagina sul caso Carretta, mi trovi la documentazione?».
«Certo, gliela cerco subito.»
[…] Sono uscito dal suo ufficio e mi sono reso conto, con imbarazzo, che non avevo avuto il coraggio o l’onestà di dire la verità: che io non so assolutamente chi sia questo Carretta.
Le nostre riflessioni
Il nostro gruppo si è diviso pressoché a metà parlando di questo libro: per metà delle persone è risultata una lettura interessante, capace di “smuovere”; l’altra metà delle lettrici l’ha invece letto con fatica, trovando lo stile narrativo povero, noioso e troppo semplice.
La discussione si è concentrata principalmente sulla questione della folla, del popolo che sembra si sia vendicato per tutto l’orrore accumulato negli anni del regime fascista. Molte di noi hanno dichiarato di essere rimaste sgomente e angosciate; la storia narrata suscita molti interrogativi e stimola a conoscere, approfondire e, soprattutto, contestualizzare.
Lo consigliamo a...
A chi ha voglia di riflettere sulla giustizia sommaria.
Le parole chiave del libro
1944
Donato Carretta
giornalismo
Regina Coeli
Roma
